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Sciopero di Taranto: cresce nel territorio il numero di distributori a secco di carburante Da cinque giorni il presidio di autotrasportatori davanti alla raffineria Eni indetto da Usb

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L’immagine fa riferimento ad un impianto di Martina Franca stamattina. Anche nel resto della Puglia il disagio è crescente per lo sciopero che va avanti da cinque giorni, indetto dal sindacato Usb. Decine di cisterne bloccano i varchi della raffineria di Taranto, salvo approvvigionamento di carburanti per servizi essenziali (ospedali ed aeroporti). La protesta è contro l’assegnazione di un appalto da parte dell’Eni, per il trasporto di benzina e gasolio, ritenuto penalizzante per i lavoratori del territorio.

Lo sciopero sarà interrotto mercoledì per l’incontro fissato in prefettura. Sciopero che verosimilmente riprenderebbe, ad oltranza, in caso di esito negativo del confronto fra le parti convocato dal prefetto.

Di seguito un comunicato diffuso da Usb:

Il presidio permanente organizzato dall’Unione Sindacale di Base, di fronte al varco 2  della raffineria Eni di Taranto, prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G&A e l’organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica. Sono fermi dalle prime ore di  giovedì 1 settembre, nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza. Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento.

Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto
: “Proprio per evitare quello che sta accadendo, la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio. Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni e a mettere la cittadinanza contro i protagonisti della manifestazione. La strategia è quella che punta a dividere e a comandare. L’auspicio è che, nell’incontro di mercoledì, a prevalere sia il buonsenso ed il rispetto per i lavoratori di una terra, che ha accettato troppe volte un compromesso pesante. Questa vicenda dimostra che oggi, a fronte dei veleni che provengono dalla raffineria, non è contemplato neanche minimamente un riscontro dal punto di vista occupazionale. Oltre il danno, la beffa. Non possiamo accettarlo assolutamente, come non possiamo accettare che strategie sindacabili si pongano l’obiettivo di creare disagi e quindi disordini sociali”.
La protesta quindi prosegue comunque e registra la solidarietà di Casartigiani.

 

 

 

 

 

 

 


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