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Taranto e provincia, altre zone di Puglia e Campania: giro illegale di auto estere di valore, otto arresti e 53 denunciati. Sequestri per un milione di euro All'origine verifiche su noleggiio

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Macchine rubate di origine estera, nazionalizzazione delle auto in maniera illegale. Avvalendosi anche di agenzia compiacente. Auto vendute a clienti non sempre ignari dell’origine della vettura. Fra Napoli e Taranto e altre città l’operazione, contestati numerosi reati, 53 denunciati e otto di loro arrestati. Operazione della polizia stradale tarantina.

Vertice dell’organizzazione a Napoli ed altri elementi di spicco a Taranto, secondo l’accusa. Numerosissi capi di imputazione a vario titolo, sequestro di vetture per circa un milione di euro, indagine andata avanti per un anno. Originata da verifiche sul noleggio.

Di seguito un comunicato diffuso dalla polizia:

Nelle prime ore di questa mattina, il personale della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto, in collaborazione con la Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia, ha dato esecuzione a otto ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone residenti nelle provincie di Taranto, Lecce, Bari e Napoli.
Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di svariate autovetture di alta gamma commerciale che avvenivano attraverso il metodo della “falsa nazionalizzazione”, apponendovi dati apparentemente genuini di vetture circolanti in altri paesi comunitari (Francia) per poi reimmatricolarle in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti.
L’attività investigativa posta in essere dal personale della Squadra di P.G. della Sezione Polizia Stradale di Taranto, diretta dal Sostituto Procuratore Dr.ssa Marzia CASTIGLIA e coordinata dal dirigente V.Q. Dr. Nicola MANZARI, ha avuto inizio nel maggio 2018 a seguito del costante monitoraggio effettuato dagli investigatori sulle pratiche di nazionalizzazione che vengono trattate dal locale Dipartimento Trasporti Terrestri.
I poliziotti hanno avviato una complessa attività investigativa che ha permesso di identificare una organizzazione criminale stabilmente incardinata sul territorio jonico, che si ramificava su tutta la regione Puglia, la regione Campania e la regione Sicilia.
Le indagini, supportate dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno messo in luce l’esistenza di un gruppo stabilmente dedito all’illecita, ed estremamente redditizia attività di riciclaggio di autovetture di altissimo valore commerciale; l’associazione a delinquere, capeggiata da due tarantini ed un napoletano, poteva contare su un’articolata e strutturata organizzazione criminale, della quale facevano parte individui con conoscenze tecniche e professionalità evolute, capaci di manomettere dati sensibili delle vetture di ultima generazione trafugate su tutto il territorio nazionale.
L’attività ha evidenziato, in ogni modo, anche il ruolo di altri complici all’interno dell’organigramma delinquenziale che avevano il compito di intestare a società di rivendita auto locali alcune delle autovetture fraudolentemente sottratte a società di noleggio e immatricolate con il metodo delle false nazionalizzazione.
L’organizzazione criminale poteva contare anche su altri componenti con una spiccata caratura criminale e propensione a delinquere che provvedevano ad intermediare la vendita delle vetture oggetto di riciclaggio o, in talune circostanze, ad acquistarle in proprio, per poi rivenderle a fini di lucro.
La complessità delle indagini ha altresì evidenziato il ruolo determinante che è stato svolto da agenzie di pratiche automobilistiche, situate nel tarantino, ma anche nel napoletano e nel palermitano che hanno messo disposizione le proprie competenze tecniche consentendo di nazionalizzare le auto con documenti esteri falsi.
Durante l’attività investigativa sono stati effettuati dalla Squadra di Polizia Giudiziaria numerosi servizi di osservazione e di pedinamento, inoltre si è proceduto a sequestri e perquisizioni che hanno determinato all’interno dell’associazione, momenti di tensione e preoccupazione tanto da pianificare la fuga in Germania di uno dei capi dell’organizzazione.
Sintomatico appariva il linguaggio criptato utilizzato dall’organizzazione, la quale ricorreva frasi in codice e dialettali del tipo: “evitiamo di attaccare la spina”, cioè evitare di fare la diagnosi elettronica al veicolo rubato; “fatt u’ fritto” facendo riferimento invece ai documenti stranieri che non potevano essere esibiti per nazionalizzare un veicolo di provenienza illecita perché grossolanamente falsi.
L’attività investigativa ha consentito di denunciare in stato di libertà 53 persone coinvolte a vario titolo nei reati di riciclaggio, falsità in atto pubblico, ricettazione e falsa attestazione del privato.
Nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro sedici autovetture di alto valore commerciale e sono stati eseguiti sequestri di fascicoli di nazionalizzazione di autovetture di alta gamma commerciale presso le Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce.
L’ammontare dell’illecito profitto ottenuto dalla struttura criminale è stato quantificato in circa un milione di euro.




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