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Cerignola: riordino sanitario, e alla petizione con 4679 firme per lo screening mammografico chi risponde? Territorio in cui le donne ne sono colpite in misura minore rispetto alla media nazionale ma la mortalità è nettamente superiore. Medici: sciopero nazionale il 17 e il 18 marzo

ospedale cerignola

ospedale cerignolaNel giorno in cui viene indetto uno sciopero nazionale dei medici per il 17 e il 18 marzo al fine di “rilanciare la sanità pubblica” e nel giorno in cui debutta la ricetta elettronica, in Puglia è il giorno del dopo-riordino ospedaliero. Con i contenti, gli scontenti, i felici, gli arrabbiati. E quelli che ancora non trovano risposte alle loro giuste istanze. Intervento di Roberto Saccozzi e, a seguire, la petizione online:

I dati pubblicati dal Registro Tumori (RT) della provincia di Foggia evidenziano che il tumore alla mammella colpisce le donne di Cerignola in misura minore della media italiana, ma con mortalità nettamente superiore (>30%). Questi dati non provengono dai tabulati del RT ma sono una elaborazione dei dati ISTAT sulla mortalità e di quelli delle SDO (Scheda dimissione ospedaliera) sulla incidenza. Tutte le casistiche sia nazionali che internazionali hanno dimostrato che non è tanto la terapia che modifica la prognosi, ma il ritardo diagnostico. Significa che si è arrivati in ritardo, quando il tumore è diventato clinicamente evidente e palpabile, perché non si è fatto la screening mammografico che invece permette di scoprire tumori anche di pochi millimetri. Dove si fa uno screening la mortalità diminuisce del 30-35%. A Cerignola la struttura ospedaliera ha la potenzialità in termini di macchine e personale (mammografo, radiologo e tecnico) per fare uno screening, ma non si capisce perché non lo si attui, nonostante la ASL sia obbligata a fornirlo alla popolazione, dato che è stato inserito fin dal 2012 nei LEA (Livelli Essenziali di assistenza).
Lo screening consiste nella sola mammografia nelle due proiezioni ortogonali; nel caso si riscontri qualcosa da approfondire si passa al secondo livello che comprende visita clinica, ecografia mammaria, RNM, agobiopsia, tomosintesi, eventuale biopsia con mammotome.
Nel comune di Cerignola vivono 8775 donne di età compresa tra i 45 e i 69 anni. Considerando che l’utilizzo ottimale di un mammografo consiste in 30 mammografia al giorno e che l’arco di tempo di monitoraggio è di due anni, da ripetere continuamente, consegue che si hanno 4387 mammografia all’anno. Ovvero, calcoli alla mano, 3 giornate a settimana dedicate allo screening mentre il resto della settimana può essere dedicato ai casi urgenti ed agli approfondimenti di secondo livello. .
I percorsi di screening organizzato in cui la donna riceve una lettera che la invita a fare la mammografia si sono dimostrati economicamente più competitivi dei percorsi spontanei, detti anche opportunistici, nei quali la donna non è invitata, ma deve provvedere a prenotare il proprio appuntamento. La differenza di costo medio per donna che ha effettuato una mammografia, è risultata di oltre 30 € per episodio di screening ed è funzione, in sintesi, delle differenze nel percorso che nello screening organizzato, essendo vincolato a protocolli clinico-organizzativi standardizzati, si dimostra più efficiente e meno dispersivo
La mancata esecuzione di una norma nazionale, nel territorio cerignolano, ha spinto l’associazione AmbientiAmo di Cerignola a promuovere una petizione per la richiesta della messa in atto di uno screening mammografico per ridurre la mortalità relativa al tumore alla mammella. La popolazione ha risposto positivamente all’iniziativa, lamentando le lunghe liste di attesa e la difficoltà alle prenotazioni, rispetto alla sollecita risposta di altre strutture in altre regioni. La raccolta di firme ha impegnato l’associazione per circa tre mesi con il risultato di 4306 firme raccolte in forma cartacea e 373 in forma digitale, con totale di 4679.
In una provincia che spende 65 milioni di euro all’anno per pagare l’assistenza extraregionale sarebbe il caso di occuparsi di migliorare e garantire le prestazioni essenziali in loco. Sarebbe anche uno schiaffo alla perdurante inefficienza della ASL se l’ospedale Tatarella organizzasse in proprio lo screening mammografico. A chi di dovere dare una risposta alla popolazione del territorio.
https://www.change.org/p/vito-piazzolla-michele-emiliano-beatrice-lorenzin-amo-la-mia-vita-per-questo-chiedo-lo-screening-mammografico

(foto: ospedale di Cerignola, fonte marchiodoc.it)




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