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Martina Franca: il tredici miliardario negato 33 anni fa, “si avvicina la verità”. Ma i soldi?

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Di seguito un comunicato diffuso dai rappresentanti di Martino Scialpi:

Non è ancora arrivato il giorno in cui il sig. Martino Scialpi, che ha realizzato un 13 al totocalcio nel 1981 e mai pagato dal CONI, potrà finalmente incassare la sua vincita, ma si avvicina il momento della verità per tutti coloro che hanno costruito prove false ed accuse, anche gravi, infondate per oltre 33 anni, pur di non pagare una vincita regolare, come dichiarato da una sentenza passata in giudicato del Tribunale di Taranto.

Il Collegio del Tribunale di Roma, nell’udienza del 10 marzo 2014, aveva imposto al CONI di presentare entro il 29 aprile 2014 i verbali della Commissione di Zona di Bari delle giocate del 1° novembre 1981, per controllare spoglio, bollini e matrici, nonché il rapporto inviato dalla Commissione di Zona di Bari alla Commissione Centrale di controllo di Roma e tutti i relativi documenti rispetto alla giocata, così come richiesto dalla difesa di Scialpi e riportata a pagina 13 del reclamo.

Il CONI non li ha presentati e il Collegio invece di disporne il sequestro ha emesso un’ordinanza anomala con cui invita il sig. Scialpi a presentare una richiesta di sequestro nei vari giudizi civili attualmente pendenti presso il Tribunale di Roma e nel contempo d’ufficio ha ordinato alla cancelleria competente di trasmettere l’intero fascicolo del reclamo alla Procura Penale del Tribunale di Roma.

L’ordinanza è stata sofferta osservando le date di formulazione e pubblicazione.

L’udienza per la presentazione dei verbali si è svolta il 5 maggio 2014. La decisione del Collegio è stata presa il 4 giugno 2014. La pubblicazione è avvenuta il 16 luglio 2014. Eppure la decisione non doveva essere tanto delicata da prendere: ad una richiesta della Giustizia non ottemperata doveva, a rigor di logica, scattare l’azione coatta di quei verbali, per dare finalmente giustizia al sig. Scialpi, dopo 34 anni di processi subiti e di prove false a suo carico costruite. Il Collegio, invece, ha impiegato 30 giorni per decidere il da farsi e un mese e 12 giorni per mettere al corrente il sig. Scialpi della decisione presa. Mentre si avvicina inesorabile la chiusura dei Tribunali per ferie.

Questa la sentenza:

“Tanto nel ricorso originario, quanto nell’atto di reclamo, si attribuiscono ai soggetti pubblici resistenti nelle persone dei rispettivi funzionari (condotte gravemente illecite) in relazioni alla quali la stessa difesa di Scialpi Martino, nelle note integrative del verbale di udienza del 5 maggio 2014, ha richiesto la trasmissioni degli atti processuali alla Procura della Repubblica costituita presso il Tribunale Ordinario di Roma che la richiesta trasmissione degli atti appare doverosa poiché la gravità delle accuse in quella sede formulate impone un approfondito accertamento delle eventuali responsabilità penali nei confronti dei funzionari pubblici eventuali autori delle ipotizzate condotte”.

Al punto 3 della motivazione della sentenza si legge: in relazione a quanto rilevato in parte motiva, la cancelleria trasmetta gli atti alla Procura della Repubblica costituita presso il Tribunale Ordinario di Roma.

Il merito della decisione ha suscitato nel sig. Scialpi e nel suo legale, l’avv. del Foro di Taranto Guglielmo Boccia, altrettante perplessità:

“Siccome è stato spiegato e approvato che quei verbali sarebbero serviti per chiudere una vicenda giudiziaria riconosciuta dai vari Tribunali come pretestuosa per non pagare, perché il Collegio non ne ha disposto immediatamente il sequestro dandomi finalmente giustizia?”: questa la domanda che assilla nuovamente il sig. Scialpi.

“Sulla scorta della mancata produzione di questi documenti” continua il sig. Scialpi, “il CONI, il Ministero e la CONI Servizi ingannano tutti i giudici da 34 anni rappresentando false verità e con l’onore della prova invertito”. Per questo lo scorso 29 giugno 2014 il sig. Scialpi ha depositato una denuncia-querela presso le Procure della Repubblica dei Tribunali di Roma, Bari e Taranto, la Procura Generale presso la Corte d’Apello di Perugia, di Salerno e di Lecce, la Corte di Cassazione e il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), per “un rigoroso approfondimento di eventuali responsabilità penali nei confronti di funzionari pubblici eventuali autori di ipotizzate condotte”.

Spiega nel dettaglio quello che è successo con questa sentenza l’avvocato di Martino Scialpi, Guglielmo Boccia:

“Sinceramente dalla sentenza del Collegio ci aspettavamo altro: da un lato il sequestro di quei verbali e dall’altro il trasferimento dell’intero fascicolo alla Procura Penale per le attività e le condotte delittuose portata avanti dagli alti vertici del Coni attraverso i propri procuratori legali e dal Ministero delle finanze, che avrebbero dovuto controllare l’operato del Coni così come previsto dal Regolamento. Il Collegio con questa ordinanza si è lavato la mani, perché da un lato ordina alla cancelleria competente di trasmettere l’intero fascicolo alla Procura Penale perché, recita testualmente l’ordinanza, “la gravità delle accuse impone un approfondito accertamento delle eventuali responsabilità penale nei confronti dei funzionari pubblici”. Quindi, se da un lato il Collegio dà ragione alla nostra difesa perché ha ipotizzato condotte delittuose che hanno contribuito alla vicenda annosa del sig. Scialpi, dall’altro non dispone il sequestro dei verbali. E la vicenda diventa ancora più assurda se si considera che era stato lo stesso Collegio a marzo 2014 a chiedere espressamente al Coni di esibire i suddetti verbali. Ma su questa inottemperanza ad una disposizione del Collegio, e quindi sulla mancata presentazione di quei verbali da parte del Coni, l’ordinanza collegiale  nulla dice se non che quei verbali devono essere richiesti in ciascuno dei giudizi pendenti presso il tribunale di Roma”.

Sorpreso per l’esito del Collegio, l’avv. Boccia continua:

“Questa è un’omissione grave che mi induce a pensare male e mi viene in mente Andreotti ed al suo detto “a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”. È una sentenza che cammina su due binari: da una parte il trasferimento del fascicolo alla Procura Penale e dall’altra il mancato sequestro che era d’obbligo visto l’inottemperanza del CONI. Procederemo a questo punto a presentare le istanze di sequestro in ciascuno dei giudizi pendenti presso il Tribunale di Roma, così come disposto da questa sentenza, e vedremo se non accederemo a quei verbali forti di questa disposizione. Faremo, quindi, un’azione che si sarebbe dovuta compiere parecchio tempo fa, quando questa storia è cominciata, ma chi mi ha preceduto come legale di Scialpi non lo ha fatto ed ora, dopo aver richiesto il sequestro ed ottenuto questa sentenza, siamo costretti a fare il doppio del lavoro per presentare in ciascun giudizio pendente questa richiesta di sequestro. Perché non sia stata fatta dagli altri legali di Scialpi? Non so, lo si dovrebbe chiedere a loro perché io sto cercando di condurre sul corretto binario un treno in corsa”.

“ Siamo fiduciosi” conclude l’avv. Boccia, “lo siamo sempre stati e continueremo ad esserlo. Ci attendiamo serietà e giustizia e che questa macchina ingolfata da prove false e da rinvii possa finalmente terminare ed il sig. Scialpi incassare la sua vincita”.

 

In sostanza, giustizia ancora non c’è per il sig. Scialpi. La richiesta di verificare il comportamento di ciascun Tribunale in questa vicenda farà perdere altro tempo nell’emissione di pagamento della vincita del tredicista, senza che al momento ci siano responsabilità da parte di alcuno.

 

LONA


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