Il tecnico leccese lo ha detto dopo la partita con la Spagna: vado a fare un’importante esperienza all’estero. Però chissà che in futuro non ritorni sulla panchina dell’Italia perché, mi dispiace per tutti gli altri, dà emozioni come nessuna.
Nel giorno in cui il tecnico leccese è celebrato come è giusto che sia, occorre anche dire che nella sua dichiarazione si percepisce quasi una sorta di pentimento. Un po’come i britannici che hanno votato per uscire dall’Unione europea e poi hanno raccolto quattro milioni di firme in due giorni per fare un altro referendum. La decisione, però, è presa. Appunto, come quella di Antonio Conte. La decisione del ct, al quale certo la routine dei periodi (apparentemente) più “tranquilli” alla guida della nazionale forse dava un po’noia, ora sembra quasi una decisione affrettata. Perché ancora non era capitata Italia-Spagna e quella sensazione, unica, di sentirsi davvero l’uomo più importante del Paese. Perché in questo momento, per l’Italia, il riferimento numero uno è Antonio Conte. E non c’è Chelsea che tenga, o nessuna altra squadra. La cosa va anche al di là di un’ora e mezza di partita. Antonio Conte, evidentemente, lo ha percepito in pieno ieri. E ha già parlato di possibile ritorno. Che, oggi come oggi, sarebbe salutato da tutti come una grandissima cosa. La stella della nazionale di calcio è lui.
Senonché il tecnico leccese ha deciso lui di andare via. E dopo gli Europei toccherà al tecnico barese di residenza, Giampiero Ventura. Che ha, va detto fin da ora, il diritto di fare con assoluta serenità il suo lavoro, senza che aleggi alcunché, senza che si facciano paragoni e via discorrendo. Perché anche il tecnico barese di residenza, ha tutto il diritto di vivere quelle sensazioni uniche, che solo la panchina dell’Italia può dare, come ha detto il suo futuro predecessore. Al quale nessuno voleva toglierle: se le è negate da solo.