Di Nino Sangerardi:
Asl di Bari contro Anac, autorità nazionale anticorruzione.
Vito Montanaro, direttore generale dell’azienda sanitaria, si è costituito tramite l’avvocato barese Filippo Palazzolo davanti al Tar del Lazio il 25 novembre 2015.
Chiede ai giudici di annullare, per varie motivazioni, il provvedimento del Consiglio dell’Anac, firmato dal presidente Raffaele Cantone.
Questi sostiene che: 1) la gara sia stata assegnata a CNI spa/Telecom Italia spa in “difformità della lex specialis e altre norme inerenti”; 2) la stazione appaltante, Asl Bari, abbia omesso di verificare il possesso dei requisiti di ordine generale e speciale non solo in capo a CNI spa ma anche a SMA spa; 3) in difformità del Bando il locale messo a disposizione per il Servizio archiviazione non possa essere considerato nella “piena ed esclusiva disponibilità” di CNI spa.
L’appalto ha per oggetto “Servizio archiviazione, custodia e gestione della documentazione dell’Asl Bari”. Valore stimato 7 milioni di euro, offerta economicamente più vantaggiosa.
Aggiudicato il 13.11.2012 a CNI spa in raggruppamento con Telecom Italia e Servizi Globali srl, scadenza 12 novembre 2016. Secondo posto per l’associazione temporanea d’imprese Prodeo spa di Bari e Fastweb spa di Milano.
CNI spa ha sede legale a Roma, quella operativa in Rutigliano (Bari), società con socio unico, soggetta a direzione e coordinamento da Maiora Group spa.
Nel frattempo, in attesa del pronunciamento dei magistrati romani, l’Asl Bari per i mesi di agosto e settembre 2015 ha liquidato la somma complessiva di 279.034,47 eur : 262.534,85 euro a CNI spa e 16.499,62 a Telecom Italia spa. Motivo?
Prestazioni inerenti il “Servizio archiviazione,custodia e gestione documenti”.
Strano questo Diritto amministrativo italico.
