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Bari: referendum, raccolta di firme per gli otto promossi da Possibile Il 9 settembre a Taranto. Il movimento guidato da Civati è attivo in maniera capillare in tutta Italia, bisogna arrivare a quota cinquecentomila per ogni quesito

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bari possibileOggi a Bari, il 9 settembre a Taranto, c’è un’attività capillare praticamente in tutta la Puglia come in tutta Italia. Possibile, il movimento che fa capo a Giuseppe Civati, vuole che si dicano otto sì ai quesiti referendari e perché tali consultazioni si svolgano è necessario raccogliere firme. Mezzo milione per ciascun referendum, obiettivo da raggiungere entro questo mese.

(foto: il banco referendario di Bari)

 

Di seguito il testo della lettera inviata dai responsabili di Possibile ai direttori dei principali giornali italiani:

Egregio Direttore,

                              le scriviamo a nome e per conto di alcune migliaia di volontari che dalla metà dello scorso luglio, in tutta Italia, si sono attivati nella raccolta delle firme necessarie a presentare ben otto referendum riguardanti le più importanti e da noi assolutamente non condivise riforme effettuate da questo Governo (e sui quali tutte le informazioni del caso sono presenti sul sito referendum.possibile.com).

I referendum, che qualcuno ha definito sbrigativamente “di Civati”, rappresentano invece il pensiero di molti cittadini e addetti ai lavori che hanno collaborato alla loro scrittura e stanno coinvolgendo non solo gli iscritti a Possibile, il movimento di cui Civati è tra i fondatori, ma anche militanti ed eletti di Sel, degli altri partiti della sinistra e persino del Pd, oltre a tanti semplici cittadini e ad attivisti provenienti da esperienze civiche e da comitati locali e nazionali. Da luglio e per tutto agosto, e da qui alla fine di settembre, le raccolte sono presenti in tutta Italia, sulle coste e nei grandi centri, nelle valli e nei quartieri.

Di tutto questo, sulla testata da Lei diretta, in quasi due mesi non abbiamo praticamente trovato traccia: ci sembra si tratti di un caso di cattiva informazione, un caso di ingiustizia, e per questo le scriviamo. Non chiediamo trattamenti di favore, non intendiamo chiedere passerelle per noi come singoli o per i sostenitori più in vista – a partire da Civati – di questa nostra impresa, crediamo però che sarebbe giusto da parte degli organi di informazione dare conto di una cosa che sta effettivamente succedendo: che muove migliaia di cittadini, che raccoglie centinaia di migliaia di firme, che interroga i passanti nei mille punti in cui in tutta Italia si imbattono nei nostri banchetti, e si fermano interessati ma anche stupiti di non averne sentito mai parlare in nessun organo di informazione nazionale. Chiediamo un’informazione nel merito dei temi che i referendum affrontano e dell’attivismo che suscitano (e siamo a disposizione per fornire qualsiasi ulteriore elemento): niente di più, ma niente di meno.

Comprendiamo benissimo l’importanza e la priorità degli argomenti dell’agenda politica che determinano il flusso mainstream delle notizie, e di certo conosciamo bene la capacità del presidente del Consiglio di occuparla quotidianamente con qualunque argomento, diciamo però che vivaddio potrebbe e dovrebbe esserci spazio anche per altro, sia detto in tutti i sensi compreso quello politico.
Questo il motivo della nostra lettera e dell’appello che con forza le rinnoviamo, certi della sua sensibilità di giornalista e di cittadino.

Nella speranzosa attesa di un suo cortese riscontro, le porgiamo un caro saluto e un augurio di buon lavoro.

referendum.possibile.com – Il comitato promotore


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