Da themeditelegraph.com:
Anche il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, sarà oggi all’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente dell’Autorità portuale, Sergio Prete, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. In discussione è la proposta che giovedì scorso la presidenza ha spedito sia ad Evergreen, quale azionista di Taranto container terminal, che all’Autorità portuale al fine di superare la situazione di pesante stallo in cui si trova l’infrastruttura. Da quando Evergreen ha tolto l’approdo delle navi oceaniche a Taranto e la società Tct ha chiuso l’operatività del terminal dicendo che era incompatibile con i lavori per l’adeguamento dell’infrastruttura, il movimento si è azzerato e laddove un tempo c’erano distese di container, oggi ci sono solo spazi vuoti, indicativi di come le attività siano praticamente ferme.
Ieri a Palazzo di Città il sindaco ha ricevuto i sindacati dei trasporti per un confronto in vista del vertice di oggi a Roma. Il sindaco mostra preoccupazione, sottolinea che il terminal container non può rimanere fermo per quasi due anni prima che torni il traffico container, e che bisogna evitare il rischio di personale in esubero. Da fonti sindacali si apprende che la proposta spedita dalla presidenza del Consiglio sarebbe inferiore ai contenuti dell’accordo per il rilancio del porto di Taranto stipulato nel 2012. Tutto il 2015 e il 2016 passerebbero invano, nel 2017 ci sarebbe una ripresa di traffico intorno ai 200mila teus l’anno mentre si andrebbe a regime dal 2018 al 2021 con 800mila-un milione di teus l’anno. Il sindaco teme che, con numeri non adeguati di traffico, «ci possano essere 180 esuberi al terminal». Una preoccupazione che fa il paio con la cassa integrazione per i 570 addetti di Tct che è in scadenza a maggio e per la quale ci dovrebbe essere il rinnovo. Tant’è che la proposta del Governo a Evergreen, oltre a chiedere alla compagnia di far rientrare a Taranto il traffico portato a partire dal 2001 al Pireo, si basa anche sul rinnovo della cassa e sulla condivisione del cronoprogramma dei lavori di adeguamento al terminal, problema, questo, che sinora ha visto Taranto container terminal – di cui Evergreen è azionista al 40% – e Autorità portuale su posizioni divergenti.
Ieri, intanto, si è svolto nella sede dell’Autorità portuale di Taranto un incontro tra sindacati e imprese appaltatrici delle opere della piattaforma logistica. Nei giorni scorsi i sindacati hanno denunciato che in questi subappalti lavorano in condizioni irregolari lavoratori stranieri. Le imprese hanno contestato la denuncia di irregolarità dei sindacati e replicato che in molti casi loro hanno solo spostato a Taranto personale già loro dipendente e occupato in altri cantieri. Ai sindacati che hanno poi sollevato il problema della mancata applicazione della clausola sociale, ovvero la possibilità di assumere i lavoratori edili e dell’indotto portuale attualmente disoccupati, le imprese della piattaforma logistica hanno replicato affermando di non conoscere quest’accordo sottoscritto in Prefettura da Authority e parti sociali. «La situazione, però, può essere recuperata – hanno detto i rappresentanti delle imprese – perché le opere più significative della piattaforma logistica, a partire dalla strada dei moli, devono essere ancora realizzate». È infatti quasi pronta la piattaforma ma non le altre infrastrutture che costituiscono il progetto. E intanto su questo problema, dopo il confronto di ieri in Autorithy, ce ne sarà un altro in Prefettura il 24 aprile su richiesta dei sindacati.