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Compie dieci anni la missione spaziale alla quale partecipano le università di Bari e del Salento Dampe

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Di seguito un comunicato diffuso dall’Università del Salento:

La missione spaziale DAMPE compie 10 anni. Il 17 dicembre 2015, da una base nel deserto di Gobi, veniva lanciato in orbita il rivelatore DAMPE (DArk Matter Particle Explorer). Nonostante fosse prevista un’operatività di soli 5 anni, DAMPE è ancora in orbita intorno alla Terra e continua a raccogliere dati sul flusso di raggi cosmici e di radiazione gamma in arrivo dallo spazio.

Per celebrare il decennale della missione, a Nanchino, è stato organizzato l’International Workshop on Cosmic Ray Direct Detection and Physics. In quella sede i massimi esperti nel settore discuteranno degli ultimi risultati raggiunti nello studio dei raggi cosmici e nella ricerca della materia oscura. Nei giorni successivi i componenti della collaborazione DAMPE faranno il punto sulle analisi in corso e discuteranno i risultati più recenti dell’esperimento.

Questa decennale missione spaziale è frutto dell’impegno di oltre 150 persone, tra scienziati, tecnici e dottorandi, afferenti a varie istituzioni scientifiche. In Europa hanno contribuito l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN, sezioni di Bari, Lecce, Perugia), il Gran Sasso Science Institute (GSSI) dell’Aquila, le università del Salento, di Ginevra, Perugia e Bari. La partecipazione cinese al progetto è stata coordinata dal Purple Mountain Observatory di Nanchino coinvolgendo la University of Science and Technology a Hefei, l’Institute of Modern Physics a Lanzhou, l’Institute of High Energy Physics, la University of Chinese Academy of Sciences e il National Space Science Center a Pechino.

I dati raccolti da DAMPE in 10 anni hanno permesso di esplorare la natura dei raggi cosmici ad energie mai raggiunte da rivelatori in orbita. Numerosi studi sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali. Un’analisi pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature ha evidenziato la repentina diminuzione del flusso di elettroni e positroni cosmici all’energia di 1 TeV. Strutture complesse sono state rivelate nello spettro dei raggi cosmici, distinguendo i vari elementi, dall’idrogeno al nichel, grazie alla capacità del rivelatore di misurare la carica elettrica delle particelle incidenti. La scoperta di tali strutture è fondamentale per spiegare i meccanismi di produzione e propagazione dei raggi cosmici nella Galassia.

La Sezione di Lecce dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed il Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” di UniSalento hanno contribuito notevolmente ai risultati raggiunti dall’esperimento DAMPE, cui lavorano attualmente i professori Paolo Bernardini e Francesco de Palma, il dottor Antonio Surdo e la dottoressa Francesca Alemanno (INFN).

(immagine: tratta da sito Università di Ginevra) 


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