Di Nino Sangerardi:
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del Regolamento di esecuzione (UE) 2025/2239 della Commissione , la “Fragola della Basilicata” entra ufficialmente nel registro delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) dell’Unione.
“Un traguardo storico per l’agricoltura lucana- affema Carmine Cicala, assessore regionale alle Politiche Agricole alimentari e forestali– e di un riconoscimento che premia anni di lavoro, di passione e di collaborazione tra tutti gli attori della filiera. La Basilicata rafforza così la propria identità produttiva e si conferma terra di eccellenze agroalimentari, capaci di competere sui mercati nazionali e internazionali. Questo risultato é il frutto di una forte sinergia istituzionale tra il Dipartimento Politiche Agricole della Regione Basilicata, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Comitato promotore IGP Fragola della Basilicata, con il determinante supporto del ministro Francesco Lollobrigida, che ha sempre creduto nel valore delle produzioni territoriali come pilastro del Made in Italy e del Made in Europe”.
La fragolicoltura lucana è coltivata su 1.200 ettari , 150 milioni di euro il valore produttivo, 500mila quintali di fragole lavorate e oltre 10mila addetti. Numeri che raccontano una filiera sostenibile e capace di generare occupazione e sviluppo.
“È una giornata storica e un traguardo eccezionale per la nostra agricoltura– rileva il Presidente della Giunta regionale Vito Bard– l’IGP non è solo un marchio di qualità, ma il suggello ufficiale di un lavoro meticoloso e passionale, che parte dalla terra e arriva sulle tavole di consumatori esigenti. Questo riconoscimento premia l’impegno, la dedizione e la professionalità dei nostri produttori che, stagione dopo stagione, garantiscono un prodotto ineguagliabile. La Fragola della Basilicata un frutto distintivo che si caratterizza per il suo sapore naturalmente dolce e fruttato, il colore rosso intenso e brillante e una consistenza che ne assicura la perfetta tenuta. La nostra fragola è un ambasciatore del made in Basilicata nel mondo. L’IGP ci offre ora la possibilità di difendere questa eccellenza dalle contraffazioni e di rafforzare la sua posizione sui mercati nazionali e internazionali, portando maggiore valore e reddito alle nostre aziende agricole.Questo successo è la dimostrazione che investire sulla qualità, sulla tracciabilità e sul legame indissolubile con il territorio paga. La Basilicata ha un potenziale agroalimentare immenso e noi continueremo a supportare i consorzi e i produttori nel percorso di crescita, innovazione e promozione delle nostre denominazioni”.
Il percorso del riconoscimento, iniziato nel 2022 con la presentazione del Dossier , si conclude oggi con l’iscrizione ufficiale nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette. È un’altra attestazione di qualità dei prodotti agroalimentari lucani.
Infatti, il marchio IGP non solo identifica un’area geografica, il regolamento CE parla di “il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare “come originario di tale regione, … del quale una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possono essere attribuite a tale origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata” ma comporta l’obbligo per i produttori di attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno organismo di controllo indipendente. Dunque, non solo ‘identità territoriale’ del prodotto ma anche qualità dello stesso.
La Fragola della Basilicata va ad aggiungersi agli altri grandi prodotti IGP lucani: il peperone di Senise, il canestrato di Moliterno e il fagiolo di Sarconi, e prodotti italiani(895) ad indicazione geografica che rendono l’Italia il primo Paese in Europa.






