In una mostra sessanta anni di racconto: quello del re dei paparazzi (in realtà, stando alla foto cheppubblichiamo, sembra più il papa dei paparazzi).
Rino Barillari ha visitato ieri, nel palazzo ducale di Martina Franca, la mostra fotografica a lui dedicata e che descrive ai visitatori, fino a domenica 5 ottobre, decine di scatti passati alla storia: papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, che gioca a bocce, un esempio su tutti.
Il fotografo romano ha raccontato la sua opera, prima della visita all’esposizione, in un incontro con i cittadini, nella biblioteca comunale di Martina Franca. Gli appuntamenti del pomeriggio hanno concluso la giornata di visita di Rino Barillari nella località della Valle d’Itria, nell’ambito dell’iniziativa organizzata dal circolo fotografico “Il Castello” diretto dal giornalista Vincenzo Ferrari, protagonista questi di un importante progetto di comunicazione nel territorio.
Rino Barillari ha raccontato al pubblico anche numerosi aneddoti, nell’ambito di un percorso professionale (e senza dubbio artistico, nel suo caso) di fotogiornalismo, che lo ha visto immortalare momenti di vita dei personaggi più famosi, con immagini tuttora celebri. Per Barillari, rispondere alla domanda su quale sia stata per lui la sua foto più importante, è stato complicato perché moltissime fotografie hanno costituito emblemi di un contesto sociale, di una società che (dice il re dei paparazzi) muta ogni tre-cinque anni e bisogna saperne cogliere al momento giusto le variazioni.
Rino Barillari ha detto inoltre che alla perfezione tecnica di uno scatto va anteposto, se necessario, il contenuto della foto. Perfezione tecnica che peraltro, in tempi di foto analogica, per decenni, era esclusivo compito del fotografo più della macchina, cosa totalmente ribaltata con le tecnologie odierne.
Richiesto dal giornalista quale sia la foto che Rino Barillari ancora non ha fatto e che vorrebbe realizzare, è nella mente del re dei paparazzi.
La mostra di Martina Franca, come un’esposizione di ceramiche a Grottaglie, è stata realizzata in collaborazione con l’associazione degli insigniti di onorificenze al merito della Repubblica, Omri, presieduta dal prefetto Francesco Tagliente.