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Alberobello: mostra “Banksy e altre storie di artisti ribelli” prorogata fino al 2 novembre Inaugurata il 15 aprile, finora più di 6500 visitatori

Mostra BANKSY prorogata al 2 novembre 2025

Di seguito un comunicato diffuso dal Comune di Alberobello:

A grande richiesta, la mostra “Banksy e altre storie di artisti ribelli”, allestita presso Casa Alberobello, è stata prorogata fino al 2 novembre 2025. Inaugurata lo scorso 15 aprile, l’esposizione ha già superato 6.500 visitatori, affermandosi come uno degli appuntamenti culturali più significativi dell’estate pugliese.

Un risultato che testimonia il forte interesse del pubblico per una forma d’arte capace di scuotere, provocare, emozionare e stimolare la riflessione. Il percorso espositivo presenta circa 50 opere di alcuni tra i più noti protagonisti della scena artistica contemporanea: Banksy, TvBoy, Kaws, Obey, Warhol, Schifano, Mr. Brainwash, Damien Hirst, Takashi Murakami, Liu Bolin, Accardi, Petrucci, Rizek, e altri ancora.

Curata da Piernicola Maria Di Iorio, la mostra – inserita nel cartellone ufficiale del Locus Festival 2025 – propone un’esperienza immersiva nel linguaggio della street art e dell’arte ribelle, affrontando temi centrali del nostro tempo: il conflitto, l’ingiustizia sociale, il consumismo, la guerra, il potere. Temi veicolati da opere iconiche come “Bomb Love”, manifesto visivo dell’intera esposizione.

“Con Banksy e altre storie di artisti ribelli abbiamo portato ad Alberobello non solo grandi nomi dell’arte contemporanea, ma un vero e proprio manifesto visivo del nostro tempo”, dichiara il curatore Piernicola Maria Di Iorio. “Questi artisti non si limitano a criticare il sistema: lo trasformano in linguaggio, rendendolo accessibile, condivisibile e profondamente umano.”

Organizzata da Bass Culture e Piuma, con il patrocinio del Comune di Alberobello, la mostra rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici e soggetti privati, finalizzata alla promozione della cultura come leva di crescita e consapevolezza collettiva.

“La mostra ha saputo coinvolgere pubblici di ogni età, stimolando riflessioni sul ruolo dell’arte nella società contemporanea e sull’identità dell’individuo nel contesto sociale”, spiega il Sindaco di Alberobello, Francesco De Carlo.

“È un invito a non restare indifferenti, a cercare bellezza e significato anche nei contesti più oscuri”, dichiara Valeria Sabatelli, Assessora alla Cultura e alle Manifestazioni del Comune di Alberobello. “Un richiamo alla responsabilità civile e politica che ci accompagna quotidianamente nel nostro impegno amministrativo.”

In occasione della proroga, sarà inoltre possibile per le scuole di I e II grado richiedere l’accredito per l’ingresso a tariffa ridotta, rafforzando il legame tra l’offerta culturale del territorio e il mondo dell’istruzione.

“Proseguire questa esperienza fino a novembre significa consolidare un percorso di crescita culturale e civile per l’intera comunità”, conclude Vincenzo Bellini, amministratore di Bass Culture. “L’arte, quando autentica, ha la capacità di interrogare, emozionare e trasformare: è uno strumento essenziale per la crescita del pensiero critico e della coscienza collettiva.”

La proroga rappresenta quindi una nuova opportunità per visitare una mostra che unisce provocazione e poesia, ironia e denuncia, offrendo uno sguardo lucido – e spesso tagliente – sulla complessità del presente.

 

 

LA MOSTRA (…IN PILLOLE)

Nel panorama dell’arte contemporanea, la ribellione ha assunto forme diverse: dalla contestazione politica alla sovversione del mercato, dall’occupazione degli spazi urbani al rifiuto delle convenzioni espositive. Al centro di questa galassia di insorti creativi, Banksy emerge come figura paradigmatica di un’arte che ha trasformato la disobbedienza in linguaggio estetico e l’anonimato in manifesto. La scelta di Banksy di ‘nascondersi’ dietro uno pseudonimo non è un mero espediente pubblicitario, ma posizione ideologica che ribalta il narcisismo tipico del sistema artistico contemporaneo. Mentre il suo volto rimane ignoto, le sue opere appaiono improvvisamente sui muri di Belfast, Londra, New York o Gaza, trasformando il tessuto urbano in una galleria democratica e accessibile. I suoi stencil – dalla “Flying copper” a “Bomb Love” – condensano critiche complesse in immagini immediate che parlano tanto all’intellettuale quanto al passante distratto. La sua ribellione si estende al mercato stesso dell’arte, con gesti clamorosi come l’autodistruzione di un’opera appena battuta all’asta o l’installazione non autorizzata di suoi lavori nelle sale dei più prestigiosi musei. Queste azioni mettono a nudo i paradossi di un sistema che trasforma anche la contestazione più radicale in merce di lusso, costringendoci a interrogarci sulla possibilità stessa di un’arte autenticamente sovversiva nell’epoca della sua riproducibilità economica.


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