Un dettaglio rimasto impresso nella memoria degli investigatori è stato decisivo per l’arresto di un latitante di lungo corso: grazie a quel segno distintivo, i Carabinieri di Taviano hanno individuato e arrestato un uomo sfuggito alla giustizia per circa vent’anni.
Diciannove anni dopo, un pomeriggio come tanti, i militari lo hanno rivisto seduto a un tavolino di un bar alla periferia del paese, pensando che un passaporto falso e gli anni ormai passati bastassero a proteggerlo.
Ma quel tatuaggio sull’avambraccio non è sfuggito ai Carabinieri, che ricordavano quel particolare e lo hanno seguito, osservato e, con la discrezione che contraddistingue ogni operazione, avviato i controlli. L’uomo ha tentato di confondere le acque, dichiarando di vivere a Milano e mostrando documenti contraffatti.
Ma le verifiche nelle banche dati delle Forze di Polizia hanno tolto ogni dubbio: di fronte a loro c’era il ricercato, un albanese condannato a 10 anni per associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. Reati commessi tra la fine degli anni ’90 e i primi Duemila, quando un’indagine aveva smantellato un’organizzazione criminale attiva tra Italia e Albania.
La sua fuga era iniziata nel 2006, dopo la condanna definitiva della Corte d’Appello di Lecce. Conclusi gli accertamenti, il latitante è stato trasferito nel carcere di Lecce “Borgo San Nicola”, dove sconterà la pena. Parallelamente proseguono le indagini per individuare chi lo abbia aiutato a rimanere nascosto così a lungo. (leccesette.it)
