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Puglia, incendi: da giugno bruciati circa settemila ettari di vegetazione Coldiretti

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Incalcolabile il danno all’ecosistema in Puglia con gli incendi che nell’estate 2025 hanno già divorato 6941 ettari di vegetazione, con Foggia che risulta la provincia più colpita. È Coldiretti Puglia a tracciare il bilancio dei roghi in Puglia, dal 1° giugno al 10 agosto 2025, sulla base dei dati Effis, secondo cui a Foggia risultano mangiati dal fuoco 4804 ettari di vegetazione, seguono Taranto con 890 ettari, Lecce con 509 ettari, la provincia della BAT con 400 ettari e Bari con 338 ettari coinvolti dagli incendi.

Enorme lo sforzo di vigili del fuoco, protezione civile e delle forze dell’ordine per arginare le fiamme che interessano una area vastissima di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo. Come ogni anno la provincia di Foggia vive lo sfregio – denuncia Coldiretti Puglia – perpetrato ai danni di un territorio straordinario, dove le fiamme mandano in fumo interi campi di grano, alberi, colture, una situazione angosciante aggravata dalla mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio.

Dalla Carta dei tipi forestali – rileva Coldiretti Puglia – emerge che le categorie più estese sono quelle a boschi di cerro, di farnetto, fragno, vallonea» che, con una superficie pari a 46.712 ettari, rappresenta il 19% dei boschi della Puglia, mentre la categoria «Macchia, arbusteti mediterranei» che copre 42.594 ettari, pari al 17% del territorio, le «Pinete di pini mediterranee» estese su 29.553 ettari (12%). Perché la Puglia, a dispetto della superficie boschiva bassa, è uno scrigno straordinario di biodiversità, considerato che conserva ognuna delle 10 specie di quercia presenti in Italia. Oltre alla roverella, al leccio, alla sughera, al cerro, alla quercia spinosa, alla farnia, al rovere e al farnetto, infatti, in Puglia sono presenti due specie di quercia endemiche, la vallonea e il fragno.

Il Tacco d’Italia ospita numerose foreste e parchi naturali che custodiscono un’incredibile quantità di specie vegetali e animali, ma anche le Foreste del Gargano nell’omonimo Parco nazionale, nei suoi 118.000 ettari comprende ambienti tanto diversi tra loro come i laghi salmastri di Lesina e Varano, le Isole Tremiti e siti archeologici come la Grotta Paglicci. Nella zona più interna del Parco si trova la Foresta Umbra che ospita oltre 2.000 specie vegetali e le cui faggete, dal 2017, sono entrate a far parte del patrimonio UNESCO “antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”, oltre ad un incredibile patrimonio floristico che comprende ad esempio ben 92 differenti specie di orchidee. La Foresta Mercadante è invece un perfetto esempio di foresta artificiale al servizio dell’uomo. Estesa per 1.300 ettari nel territorio di Cassano delle Murge e Altamura, presenta pini, cipressi, lecci e roverelle, mentre in tempi più recenti sono stati aggiunti olmi, frassini ed eucalipti. Appena fuori Foggia, si estende per 1.000 ettari il Bosco dell’Incoronata, da cui prende il nome l’omonimo Parco regionale, uno splendido bosco di roverelle secolari che è l’ultima testimonianza degli antichi boschi planiziali che ricoprivano il Tavoliere prima delle bonifiche.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

Serve una strategia sia per la riforestazione, ma anche per difendere foreste e macchia per cui occorre creare le condizioni – conclude Coldiretti Puglia – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, i veri custodi dell’ambiente, in una situazione in cui due boschi su tre sono di proprietà privata.


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