Di seguito un comunicato diffuso da Flai Cgil:
Una mobilitazione nazionale per denunciare il rischio concreto che le risorse del PNRR destinate al contrasto dello sfruttamento lavorativo e al superamento dei ghetti agricoli rimangano inutilizzate. È questo il senso della manifestazione organizzata dalla Flai Cgil nazionale, insieme alla Flai Puglia e Flai Foggia, ieri e oggi nel territorio foggiano.
Due giornate per riportare l’attenzione pubblica e politica sulla situazione drammatica degli insediamenti informali come Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, simboli di un sistema che continua a relegare migliaia di lavoratori stranieri in condizioni di isolamento e degrado, spesso in totale assenza di diritti e servizi essenziali.
Ieri presidio sotto la Prefettura di Foggia. Oggi, invece, alle 17:30, si terrà uno “sciopero alla rovescia” lungo la strada che conduce al ghetto di Borgo Mezzanone, un’azione simbolica per evidenziare l’abbandono istituzionale e la necessità urgente di intervenire con progetti concreti.
Una battaglia per usare bene i fondi disponibili
L’iniziativa si colloca in un momento cruciale, con le scadenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ormai imminenti e il rischio che molte risorse già stanziate vengano perse. Le misure in questione sono parte integrante del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, sostenuto con forza dalla Flai e dalla Cgil.
Tuttavia, in diversi territori — come avvenuto recentemente a Lesina — si è assistito al paradosso di amministrazioni che, pur avendo ricevuto i finanziamenti e individuato strutture idonee, hanno rinunciato a mettere in campo progetti di accoglienza dignitosa.
La piattaforma della manifestazione è chiara: chiedere l’attivazione immediata di servizi essenziali nei pressi degli insediamenti, a partire da trasporti pubblici per i braccianti, raccolta dei rifiuti, sistemazione delle strade, accesso all’acqua potabile, fornitura di energia elettrica e servizi igienici.
“Il superamento dei ghetti non può più attendere — denunciano i promotori — e tutte le risorse disponibili devono essere spese, fino all’ultimo euro, per garantire diritti, sicurezza e dignità a chi lavora nei campi.”
La Flai chiama a raccolta lavoratori, associazioni, cittadini e istituzioni: “È il momento di scegliere da che parte stare.”