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Taranto: petizione online per un museo delle scienze nel parco regionale del Mar Piccolo "Un'opportunità per i nostri figli e il nostro futuro"

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Di seguito il comunicato:

Un’opportunità per i nostri figli e il nostro futuro, un Museo delle Scienze nel Parco Regionale del Mar Piccolo: l’ex 65° Deposito dell’Aeronautica Militare, location strategica per la rigenerazione urbana e per la valorizzazione delle risorse ambientali di Taranto.

 

La petizione lanciata sulla piattaforma change.org. ha catalizzato l’interesse pubblico, con quasi 1000 firme in pochi mesi .

Ora si chiede dunque attenzione da parte dei candidati sindaci.

 

Perché è necessario educare, conoscere, divulgare le ricchezze della nostra terra nella nostra terra, soltanto così cresceremo una generazione migliore della nostra.

 

https://www.change.org/p/realizziamo-un-museo-delle-scienze-al-65-deposito-sul-mar-piccolo-di-taranto

 

LA NASCITA DELL’IDEA

L’idea è nata dall’incontro virtuale di un gruppo di genitori innovatori, che hanno sentito l’esigenza di  accedere ad una proposta culturale quale quella di un museo delle scienze naturali e/o scienza e tecnologia, accessibile, moderna, kid-friendly, similare a realtà già esistenti e ben strutturate nel nord e centro Italia (MUSE Trento, Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia di Milano, Città della Scienza di Napoli per citarne alcuni). Da qui è nato il comitato promotore, che si è arricchito di professionisti nel campo ambientale, della comunicazione, archeologia, della cultura e architettura e design.

Un percorso dunque che parte dalla partecipazione attiva dei cittadini, che  per rafforzare il proprio bisogno hanno lanciato una petizione sul sito www.change.org, e vuole concretizzarsi con l’attenzione e l’azione della Governance locale, in un momento di grandi trasformazioni ed opportunità per la città di Taranto.

LO SCOPO

 

Lo scopo dell’iniziativa è ben più profondo di quello della mera realizzazione di un MUSEO: l’obiettivo è quello di rigenerare un patrimonio immobiliare militare dismesso, localizzato nel Parco Regionale del Mar Piccolo inducendo un processo di rigenerazione e partecipazione della comunità, tramite lo sviluppo di una filiera formativa e culturale indipendente dalla monocultura dell’acciaio puntando su: turismo culturale ed esperienziale, formazione scientifica ed ambientale, intrattenimento e sport.

Le trasformazioni difatti, non possono costituirsi di sole modifiche del tessuto urbano, ma devono mirare all’evoluzione ed alla rigenerazione della comunità urbana .

Nel caso specifico si intende agire su diversi livelli: creazione di una filiera formativa e di ricerca post- universitaria, educazione ambientale e sensibilizzazione delle nuove generazioni, creazione di uno spazio fieristico stabile da destinare alle importanti iniziative già consolidate sul territorio come la “Fiera del Mare” ed il “Taranto Eco Forum” (“TEF”), valorizzare le collezioni naturali con ispirazione ai principi FAIR (findable, accessible, interoperable, reusable), offrire un completamento all’offerta turistica grazie alla posizione strategica rispetto alle principali vie di comunicazione, offrire un sistema educativo complementare tramite campus e laboratori per tutte le età, anche a supporto dei pazienti e del personale che verrà impiegato presso il nuovo Ospedale S. Cataldo.

Diventa chiaro come la definizione di “Museo” potrebbe quindi minimizzare le potenzialità di un sito d’eccellenza che merita la dovuta attenzione al fine di evitare gli effetti tipici dell’abbandono. Dal Museo delle Scienze si potrebbe dunque arrivare al “Villaggio delle scienze” e rappresentare una realtà di eccellenza sia a livello Regionale che Nazionale.

 

IL 65° DEPOSITO DELL’A.M.

 

Il 65° Deposito Territoriale dell’Aeronautica Militare di Taranto, si affaccia sul secondo seno del Mar Piccolo di Taranto, confina a est con la palude “La Vela”, riserva regionale orientata istituita dalla L.R. 11 del 2006 e risulta incluso  all’interno del perimetro del Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo”.

Il sito è raggiungibile direttamente dall’arteria principale SP SS7ter Taranto – San Giorgio Jonico, tramite una strada di accesso dedicata.

Il Deposito venne istituito negli anni Trenta per supportare nel rifornimento gli idrovolanti del vicino Idroscalo “Luigi Bologna”. Durante la Seconda Guerra mondiale, la struttura venne utilizzata anche per il rifornimento del carburante destinato agli aerei da combattimento della Regia Aeronautica.

Con decreto interdirettoriale n. 81  datato  4  aprile  2024,  e’ stato disposto il passaggio dalla  categoria  dei  beni  del  demanio pubblico militare a  quella  dei  beni  del  patrimonio  dello  Stato dell’immobile del compendio demaniale  denominato  «ex  65°  Deposito territoriale  A.M.».

 

Il 65° Deposito è caratterizzato dalla combinazione di alcuni fattori che lo rendono il sito ideale da candidare per l’istituzione di un presidio culturale a vocazione scientifica di rilevanza regionale e nazionale: un museo delle scienze (scienze naturali e tecnologia) o ancora meglio un villaggio della scienza in cui il museo diventa soltanto uno degli elementi costitutivi dell’opera di rigenerazione.

–    Connettività. La posizione del Deposito è strategica rispetto alle principali vie di comunicazione: vi si accede direttamente dalla SSter, ben collegata alle vie da Bari e Lecce; dista 20 minuti dall’aeroporto di Grottaglie; dista circa 1000 m dal terminal bus e park&ride Pineta Cimino. E’ inoltre dotato di un pontile lungo più di 500 m che potrebbe essere utilizzato per l’accesso tramite idrovie.

–    Pregio ambientale. Il sito ricade nella perimetrazione del Parco Regionale del Mar Piccolo e confina con la Riserva Naturale Orientata Palude La Vela caratterizzata da eccezionale biodiversità e recentemente restituita alla collettività.

–    Presenza di geositi. Nei pressi del 65° Deposito sono localizzati alcuni geositi censiti nella rete ecologica Pugliese, tra cui la falesia del “Tarentiano”.

–     Collegamento ai percorsi a mobilità lenta. Il sito è ben collegato ad alcuni percorsi trekking e cicloturistici consolidati, sebbene non segnalati: il percorso del canale d’Aiedda, il percorso dell’antica ferrovia e della masseria le Lamie, e più a est, il percorso delle antiche sorgenti nei pressi del Convento dei Battendieri.

 

IL MUSEO

 

Il Museo potrà contenere diverse sale espositive, a titolo di esempio si può citare l’esposizione di un erbario mediterraneo, una sala dedicata alla biodiversità del Mar Piccolo e alla sua evoluzione, una sala dedicata all paleobiogeografia del Tarentiano con esposizione di opere scultoree a riproduzione degli affioramenti fossiliferi caratteristici, sale dedicate alla scienza e tecnica dell’ostricoltura e mitilicoltura e tanto altro ancora.

Si potrà realizzare un giardino botanico della biodiversità mediterranea come vero e proprio museo vivente; un playgound a tema, accessibile ed innovativo e anche punti ristoro dove degustare prodotti raccolti nel museo stesso ( frutti di mare, alghe, frutta e verdura).

Si potrà dare spazio al merchandising a tema, valorizzando le eccellenze artigiane del territorio.

Accanto al museo, grazie alla presenza di diverse palazzine si potranno realizzare sia residenze artistiche che campus residenziali e non.

Il 65° Deposito potrà diventare anche la sede del centro visite del Parco del Mar Piccolo e della Riserva Marina Protetta Cheradi e Mar Piccolo.

Il progetto potrà essere arricchito da percorsi naturalistici e tematici , a terra e a mare, che lo riconnettono a quelli esistenti , nonché al Parco Cimino, al futuro sea Hub e al Centro Nautico per i Giochi del Mediterraneo.

 

UN MOMENTO STRATEGICO PER TARANTO

 

La città di Taranto vive un momento di profonda trasformazione urbanistica e socio- economica, attraverso azioni specifiche come il CIS, il JTF e la realizzazione degli impianti sportivi per i giochi del Mediterraneo 2026.

In questo contesto risulta importante inserire anche la progettualità culturale che possa implementare la rigenerazione della comunità locale in riferimento alle materie STEM, non legate alla sfera dell’industria siderurgica.

Il coinvolgimento attivo delle Università, degli enti locali e di ricerca, con la finalità di valorizzare un bene locale e così identitario può fungere da attrattore verso i giovani, invertendo la tendenza a lasciare città e provincia per studiare e stanziarsi altrove.

 

IL TECNOPOLO

 

Apprendiamo con non poco rammarico l’intenzione di altro comitato cittadino di collocare presso il 65° Deposito, il Tecnopolo del Mediterraneo, considerato quanto si apprende dai comunicati del MIMIT :

“Con il Tecnopolo, Taranto si afferma come punto di riferimento per la ricerca applicata e lo sviluppo di tecnologie avanzate, puntando su energia pulita, economia circolare e decarbonizzazione dei processi industriali. La riqualificazione del settore siderurgico sarà centrale in questo processo, garantendo la continuità produttiva attraverso tecnologie innovative a basso impatto ambientale.”

Lo stesso comitato per il Tecnopolo del Mediterraneo, con un comunicato del 25 febbraio scorso ha chiesto al Governo di inserire nella fondazione del Tecnopolo, il nuovo gestore dell’Acciaieria, legando dunque questa istituzione ancora una volta alla monocultura.

Dunque appare incompatibile la destinazione di un sito da un così alto potenziale economico alternativo ad attività legata alla siderurgia.

 

LA RICHIESTA

 

Chiediamo dunque ai Candidati Sindaci in vista delle imminenti elezioni, di esprimere un proprio parere riguardo la visione che intendono adottare per la valorizzazione di questo importante bene immobile che potrà presto essere acquisito dal Comune di Taranto.

 

Considerata la proposta, organica, innovativa e aderente agli obiettivi dell’Agenda 2030 oltre che ai principi della NATURE RESTORATION LAW, stimiamo che il reperimento dei finanziamenti da destinare per la realizzazione non incontrerebbe pareri ostativi.

Già il precedente consiglio comunale ha approvato una mozione che impegnava il Sindaco a realizzare un Museo per le Scienze Naturali.

Noi pensiamo a qualcosa di grande, identitario e di un forte significato simbolico, che leghi il passato al futuro e che traghetti le nuove generazioni verso un percorso di rigenerazione e sviluppo sostenibile.


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