Di seguito un comunicato diffuso da Asl Bari:
Il calcio come sfida per affrontare i problemi di salute mentale dentro e fuori dal campo. La riabilitazione sociale e la lotta allo stigma delle persone con disturbi psichici ruotano anche attorno “al pallone” e il Centro di Salute Mentale Area 1 di Molfetta della ASL di Bari, con i suoi quindici calciatori “speciali” della squadra Aquile Azzurre tesserata con la A.S.D. Virtus Molfetta e inserita nel campionato nazionale paralimpico FIGC, ha reso un servizio di assistenza sanitaria una vera e propria realtà agonistico-sportiva.

Durante l’evento è stato sottolineato che non c’è migliore terapia dello sport per favorire l’inclusione e per accogliere le diversità e le fragilità delle persone.
Le attività motorie o più in generale la pratica sportiva si sono inserite col tempo sempre più naturalmente nei contesti di cura e riabilitazione all’interno dei Dipartimenti di Salute Mentale. Sono tanti i benefici per i pazienti: come il miglioramento delle funzioni di attenzione, memoria, umore, pulsioni e motivazione, il benessere fisico in termini di ritmo sonno-veglia, il mantenimento sotto soglia di livelli di stress e dei marker di sindromi metaboliche, la riduzione di utilizzo ed effetti collaterali dei farmaci, ma anche il miglioramento della qualità della vita attraverso il recupero della funzione personale, sociale e civile.

Nel Csm di Molfetta una équipe dedicata, formata da psichiatra, psicologo, tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatore professionale, e infermiere professionale si occupa dei pazienti utilizzando principalmente le tecniche della Theory of Mind (grado di espressione e comprensione degli stati mentali propri e altrui) e della Cognizione Morale (Decision making emozionale e razionale) che consentono di gestire le componenti emotive e favorire i processi decisionali verso condotte più adeguate e funzionali nel contesto di vita del paziente. Inoltre, mediante un mantenimento o potenziamento delle funzioni cognitive, è possibile aumentare anche i livelli di autostima, autoefficacia percepita e agency. Il valore aggiunto è dato proprio dalla possibilità di raggiungere, attraverso la pratica sportiva, gli obiettivi riabilitativi propri del percorso terapeutico di ciascuna persona, della promozione della cittadinanza attiva e della lotta allo stigma.






