
Dopo questa lunga premessa, finalizzata a comprendere il contesto, eccoci al caso specifico: la Soget, per ottenere il lavoro dal Comune di Martina Franca, ottenne un punteggio maggiore rispetto ai concorrenti. Punteggio fatto dall’insieme di alcuni parametri. Fra questi, la manutenzione e sostituzione delle plance pubblicitarie e l’installazione di nuovi impianti. Su quest’ultimo aspetto, non essendoci ancora una specifica regolamentazione (e qui il Comune è in ritardo) il gestore, se non ha il piano, non può attuarlo. Ma gli impianti esistenti, anche ai fini della sicurezza pubblica, sono in numerosissimi casi, pericolosi. Quello nella foto, addirittura, sembra trasformato in una porta da rugby, dopo essere scivolato verso il basso. Ma ci sono anche quelli in cui il lato basso (metallico) delle plance è ad altezza d’uomo o di bambino un po’cresciuto e la botta in testa, in qualche malaugurato caso, è anche capitata. Alcuni impianti, poi, non hanno più neanche la protezione del lato basso dunque, la lamiera è anche tagliente. Insomma sono problemi, ancora prima che di decoro urbano, di sicurezza. E sono problemi irrisolti. Qui il gestore deve intervenire e l’amministrazione pubblica locale deve vigilare, sindaco in testa, per la garanzia della sicurezza delle persone. Cosa che, in concreto, non è avvenuta.











Aspettiamoci ora di vedere qualcuno che si inventa di aver battuto la testa alle strutture pericolose e perisolanti come quella evidenziata nella foto ed avvia un contenzioso contro il comune che paga con i nostri soldi. Non bastavano le buche, bisogna incentivare i furbetti con altri pretesti.
Grazie per il suo intervento. Magari lo specifichi un po’meglio prima che si alzi storto qualcuno e dica che è colpa della pubblicazione della foto e quindi colpa del giornalista. Che qua c’è da aspettarsi anche di questo. Grazie. (agostino quero)
Direttore, lei ha giustamente evidenziato il pericolo, da una parte, e l’omissione della Soget e di chi deve controllare, dirigente del comune di Martina, dall’altra. Io, invece, ho evidenziato le possibili conseguenze. Come si dice: a buon intenditor poche parole. Non sta nè a Lei nè a me risolvere il problema. Se si dovesse verificare quanto da me ipotizzato, chi ha omesso (e non possiamo essere nè Lei e nè io) ne pagherà le conseguenze.
Piuttosto, mi ha fatto sorgere un dubbio: non è che si sta preperando la giornata dello sport visto che, come da Lei evidenziato, la struttura del cartellone ben si presta a svolgere le funzioni di una porta da rugby? Sarebbe opportuno conoscere il parere dell’assessore al ramo.