Caduta dei capelli maschile: scopriamo le soluzioni di ultima generazione
Quello della caduta dei capelli maschile è un problema annoso: le percentuali di popolazione che ne soffrono sono altissime in tutto il mondo e avere una capigliatura diradata, oppure una testa completamente calva, è un inestetismo che può essere vissuto con profondo disagio.
Le cause della caduta dei capelli maschile sono principalmente di natura ereditaria, si parla in questo caso di “alopecia androgenetica”, e per i soggetti predisposti è molto difficile sottrarsi a questo problema.
Fortunatamente, gli enormi investimenti in ricerca che sono stati compiuti in questo settore consentono, agli uomini su cui la calvizie è già venuta a manifestarsi, di recuperare una capigliatura folta e piacevole; peraltro con dei risultati assolutamente naturali.
Quali sono, dunque, le soluzioni di ultima generazione a cui può far riferimento l’uomo che vive queste condizioni? Per scoprirlo, l’ideale è far riferimento al sito Internet di un noto centro tricologico come www.tricomeditgroup.it.
Autotrapianto: il trapianto di capelli appartenenti al medesimo paziente
Il perfezionamento delle tecniche di autotrapianto ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel modo di trattare la calvizie: con questa metodologia, infatti, si possono ottenere dei risultati molto naturali a fronte di operazioni chirurgiche minimamente invasive e tutt’altro che critiche nel decorso post-operatorio.
L’autotrapianto, come suggerisce il nome, prevede che siano impiantati sulla testa del paziente dei capelli prelevati dalla sua stessa testa, ovvero dalle zone dei parietali e della nuca, dove i capelli non sono soggetti a caduta.
I vantaggi di questa soluzione sono molteplici e molto importanti: in primis, il fatto che i capelli appartengano al medesimo organismo scongiura efficacemente la possibilità che possano verificarsi dei rigetti, è sempre stata questa, infatti, la principale criticità nei trapianti di capelli esogeni.
Non solo: effettuare il trapianto di capelli appartenenti alla medesima persona significa ottenere un risultato molto naturale sia a livello di spessore del capello e che di caratteristiche cromatiche.
L’autotrapianto può essere distinto in due tipologie, analoghe nella loro natura (in entrambi i casi si impiantano capelli prelevati dal medesimo paziente) ma metodologicamente distinte, che andiamo subito a scoprire.
Autotrapianto con tecnica FUE
La prima metodologia è denominata FUE, acronimo di Follicolar Unit Extraction, prevede che il prelievo dei capelli dalla testa del paziente con successivo trapianto nelle aree da infoltire venga effettuato per singolo bulbo.
Il prelievo viene eseguito tramite uno speciale microbisturi a punta cava, denominato punch, dopodiché i bulbi vengono trapiantati utilizzando degli aghi molto piccoli.
Questa tecnica, per via delle sue caratteristiche, può essere ideale sia per trattare aree estese che per infoltire aree minori , come potrebbero essere quelle di una cicatrice.
Autotrapianto con tecnica FUT
La seconda metodologia è la cosiddetta FUT, acronimo di Follicolar Unit Transplantation: questa tipologia di autotrapianto non prevede il prelievo con successivo trapianto del singolo bulbo, bensì di una intera “strip”, ovvero di una sezione di cuoio capelluto contenente più bulbi.
Questa tecnica consente di infoltire efficacemente, con interventi rapidi, anche delle aree piuttosto estese, di conseguenza può essere ideale anche per gli uomini che presentano una calvizie su tutta la parte superiore della testa.
Tricopigmentazione: il rinfoltimento senza trapianto di capelli
Un’altra metodologia di ultima generazione con cui è possibile fronteggiare la calvizie è la tricopigmentazione.
La tricopigmentazione non prevede alcun trapianto di capelli, dunque il numero di capelli presenti sulla testa del paziente non viene effettivamente alterato, tuttavia il problema della calvizie viene risolto in maniera efficace dal punto di vista estetico.
In questi interventi si esegue una micropigmentazione del cuoio capelluto, inoculando pigmenti bioriassorbibili che renderanno apparentemente più folte le zone trattate.
Tricopigmentazione permanente e reversibile
Nell’ambito della tricopigmentazione è necessario distinguere anzitutto due varianti, quella permanente e quella reversibile.
La tricopigmentazione reversibile è quella più consigliata, perché in questo modo il risultato potrà essere sempre adattato alle caratteristiche morfologiche del paziente che, col passare del tempo, possono modificarsi.
Le esigenze estetiche che si possono soddisfare con la tricopigmentazione
Dal punto di vista delle esigenze estetiche che possono essere soddisfatte è invece possibile ricordare anzitutto il cosiddetto effetto rasato, che corrisponde probabilmente all’intervento di tricopigmentazione più eseguito in assoluto.
In questo caso i pigmenti riassorbibili si presentano come dei capelli rasati a zero, donando l’effetto estetico di una capigliatura folta ma, appunto, tagliata alla misura di circa un millimetro.
Questa soluzione può essere l’ideale per i pazienti che hanno una testa completamente calva o la cui calvizie è in uno stadio ormai avanzato.
Un’altra tipologia di intervento di tricopigmentazione è quella che dona il cosiddetto effetto densità: in questo caso i pigmenti vanno ad affiancarsi ai capelli presenti sulla zona che si vuol trattare, rendendola apparentemente più folta.
La tricopigmentazione denominata effetto cover, invece, viene effettuata per infoltire zone piccole e circoscritte, come ad esempio una cicatrice