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Mafia, sciogliere il consiglio Taranto: quattro consiglieri comunali avviano la raccolta di firme. Dopo l'operazione "Alias", sospetti di infiltrazione mafiosa al Comune. Il sindaco: l'ipotesi di condizionamento mafioso è una volgarità

taranto

Angelo Bonelli, leader dei Verdi e consigliere comunale di Taranto, aveva ipotizzato problemi di tipo istituzionale, dopo l’operazione antimafia con 52 arresti fra Taranto, Verona e Sassari. Ha interessato della questione il prefetto tarantino Umberto Guidato, dopo avere abbandonato oggi l’aula consiliare tarantina ed è fra i primi quattro consiglieri comunali firmatari della mozione per lo scioglimento del consiglio comunale, appunto per sospetta infiltrazione mafiosa. Gli altri promotori del documento (pure andati dal prefetto) sono i consiglieri Gianni Liviano, Dante Capriulo e Francesco Venere. Depositeranno le sottoscrizioni agli organi di garanzia per lo scioglimento.

Il giorno degli arresti, il procuratore della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, non aveva fatto molti giri di parole su un’ipotesi di condizionamento dell’attività amministrativa pubblica, a Taranto, da parte del sodalizio criminale. I consiglieri che vogliono lo scioglimento dell’assise avevano chiesto che il consiglio comunale, oggi, ne dibattesse. La giornata in aula consiliare è stata campale. Ha respinto le accuse di Bonelli, fra gli altri, Giuseppina Castellaneta, consigliera comunale e moglie di Michele De Vitis, uno degli arrestati nell’operazione antimafia.

Il sindaco Ippazio Stefàno ha detto: l’ipotesi di condizionamento mafioso al Comune di Taranto è di una volgarità e cattiveria che offende l’ente.


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