Di Agostino Convertino:
Quando una star globale del cinematic dalle solide basi classiche affronta la musica sacra, o più precisamente il tema della Via Crucis, possono accadere cose artisticamente bellissime come per la composizione Ad Lucem. Il compositore pugliese (di Martina Franca) Paolo Palazzo si presenta all’appuntamento forte di una consapevolezza antropologica scolpita nei tratti genomici del suo popolo e nella sua pietà popolare. Ad Lucem, composta per due eccellenti soprani provenienti dalla cantera della Fondazione Paolo Grassi, Cristina Fanelli e Graziana Palazzo, vive il suo scopo principale non per dimostrare la contemporaneità della musica in quanto coeva ma per attraversarne l’eternità. Il disco infatti è sospeso, in perfetto equilibrio, tra origini, presente e futuro nella felice commistione tra strumenti tradizionali, strumenti virtuali e “sopravvenienze naturali” come vento, foglie, sabbia, terra, rami d’ulivo, vetri. Ad Lucem non sconfina nell’indulgenza verso i maestri del minimalismo e non cade mai nel possibile dualismo tonale/modale alternando fasi cantate a momenti esclusivamente strumentali tenuti insieme dall’intima ispirazione dell’opera: le realizzazioni pittoriche dei fratelli polacchi Krzysztof e Michal Powalka, estimatori del M° Palazzo cui hanno offerto la trasposizione grafica della loro Via Crucis come punto di partenza, scenico e cromatico, di altrettante poste musicali da snodare sulla Via Dolorosa.











