Di Antonio Scialpi:
La scomparsa di Rossana Di Bello ha destato molto stupore e rammarico.
La sua fine.
La malattia e dopo il Covid .
L’ avevo conosciuta all’epoca della giunta di sinistra alla Provincia di Taranto.
Militava nella sinistra socialista che faceva capo a Claudio Signorile.
Dopo la fine del sistema politico tradizionale la ritrovai tra i primi sostenitori di Forza Italia. Poi si impose come come consigliere regionale ed assessore al turismo.
Infine sindaco di Taranto.
Cominciò benissimo, sembrava che fosse destinata ad una rapidissima ascesa politica su scala nazionale.
Ma il suo decennio fu condizionato da tanti eventi anche giudiziari da cui alla fine fu prosciolta.
Ma era troppo tardi.
È stata una donna preparata e determinata in in un contesto politico, quello di Taranto di quel periodo, molto particolare e condizionato da tanti poteri.
Ebbe il coraggio di mettersi contro Ilva.
Beh non era facile in quel periodo.
Avviò diversi cantieri in città ma le sue idee e le sue azioni per il rilancio anche turistico di Taranto e di abbandono della incuria della città furono molto condizionate da persone che la attorniarono le quali, al di là delle blandizie e dei successi amministrativi, avevano spesso interessi perniciosi. Gli stessi che hanno condizionato Taranto per troppo tempo portandola al dissesto finanziario.
La Di Bello era brillante e comunicativa. Elegante nei discorsi politici pieni di passione politica.
Poi il suo lungo ritiro.
Le sue amarezze.
La sua malattia.
Comunque, una donna del sud combattiva e coraggiosa.
