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Lopalco tra la presenza (ancora) del virus e la necessità di una comunicazione migliore Intervista rilasciata dall'epidemiologo al Messaggero

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Di Francesco Santoro:

«Parlano liberamente, portando ciascuno un pezzetto di verità, ma con il rischio di confondere la popolazione e non per cattiveria, ma perché sono abituati ai contesti scientifici, dove si parla tra pari e le modalità di comunicazione sono completamente diverse dai social o dalla televisione». Così, il responsabile della task force regionale per il contrasto al Covid-19, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che in un’intervista rilasciata al quotidiano romano il Messaggero invita alcuni suoi colleghi alla cautela, perché le loro dichiarazioni potrebbero generare confusione tra la gente. Nessun attacco a muso duro, ma le frecciatine non mancano. Anche all’indirizzo dei governanti: «Le istituzioni- riporta il Messaggero- dovrebbero dare la linea sulle strategie e parlare ai cittadini, ma sono mute: la loro informazione è assolutamente debole. Sono sparite dai radar del dibattito popolare».
Lopalco, poi, non ha dubbi sulla presenza del Coronavirus in Italia: non è sparito e il numero esiguo di casi riscontrati negli ultimi giorni potrebbe indurre la gente a non osservare le regole di distanziamento sociale. Tutto ciò «crea l’illusione che gli assembramenti non siano in grado di generare un’epidemia –commenta il professore universitario–. È un cane che si morde la coda». L’unica maniera per contrastare la circolazione del virus è continuare a essere prudenti. «La popolazione più a rischio resta quella dei soggetti fragili e degli anziani» e i «giovani devono continuare a proteggere i nonni».


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