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Taranto, siderurgico: senza tutele per lavoro e produzione, “bomba sociale pronta ad esplodere” Palombella (Uilm)

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“C’è una bomba sociale, economica e occupazionale che sta per esplodere se il governo non mette in campo urgenti misure per salvaguardare il futuro dei lavoratori e la continuità dell’attività produttiva”. Cosi Rocco Palombella, Segretario Generale della Uilm dopo le audizioni nelle Commissioni Attività produttive e Lavoro della Camera dei Deputati.

“La situazione attuale è drammatica – dichiara Palombella – è stato avviato lo spegnimento dell’Altoforno 2 e tra un mese c’è il rischio chiusura dello stabilimento se non si trovasse una soluzione sulla tutela legale”.

“Il risanamento ambientale – continua – è possibile solo se lo stabilimento rimane in attività, perché nessuno è in grado di investire miliardi di euro per risanare 116 kmq senza attività produttiva in marcia”.

“Nel 2015 è stata approvata la tutela legale perché lo stabilimento dell’Ilva è sotto sequestro” puntualizza il leader della Uilm.

“L’accordo del 6 settembre 2018 – prosegue – è stato approvato dal 94% dei lavoratori e non può essere rimesso in discussione, come con l’abrogazione della tutela legale”.

“Lo stabilimento – continua – dopo il rigetto del dissequestro dell’ Altoforno 2, e con solamente due altoforno in marcia, va verso la fine dell’attività produttiva”.

“Si devono iniziare le bonifiche – continua – per togliere le 3.750 tonnellate di amianto e si devono prolungare i benefici di legge oltre al 2003 per avviare alla pensione i lavoratori esposti all’amianto”.

“Provo enorme tristezza e disperazione – conclude – perché giorno dopo giorno vedo un lento e inarrestabile spegnimento dello stabilimento”.


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