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Taranto: canile, i chiarimenti della gestione San Raphael Dopo le polemiche dei giorni scorsi. Sullo sfondo il problema del randagismo: fra il capoluogo e la provincia si stimano più di 15mila cani

giuseppe misserini

giuseppe misseriniUna conferenza stampa e un comunicato per dire la loro. I responsabili della gestione della San Raphael hanno voluto mettere fine alle polemiche dei giorni scorsi. Anzi, proprio fine no, perché ci sarà uno strascico in tribunale. Di seguito il comunicato:

In riferimento ad alcune recenti interviste comparse nei giorni scorsi sulla stampa locale, in relazione alla gestione dei canili,  si rende necessario rendere pubbliche alcune precisazioni al fine di evitare confusione e diffusione di notizie imprecise, fuorvianti e lesive della reputazione di persone e società.

Le due società interessate, in tempi diversi,  alla gestione della struttura San Raphael hanno quindi dato mandato ai legali avv.ti Andrea Sticchi Damiani del foro di Lecce e Giuseppe Misserini del foro Taranto, nonchè, per le questioni penali, all’ avv.to Fabrizio Lamanna, di rappresentarle.

E’ opportuno chiarire che la Società Ecolife Srl, oggi in liquidazione,  ha gestito per 10 anni (2003-2013) la struttura rifugio San Raphael, dopo averla realizzata a proprie spese e cura.

Nel corso degli anni, e precisamente nel 2006, si sono verificate alcune concomitanti circostanze che hanno determinato gravi perdite economiche per la società che, infine, è stata posta in liquidazione. Si tratta del noto dissesto finanziario del comune di Taranto che è costato complessivamente oltre 500 mila euro alla società. Inoltre la legge regionale 26 del 2006 ha imposto il limite di nr. 200 cani ospitabili in ogni singola struttura. Ciò evidentemente ha ulteriormente inciso sul piano dei costi di gestione.

Per inciso è bene chiarire, a beneficio della pubblica opinione, che la questione randagismo, norme e dati alla mano, risulta oggi di fatto irrisolvibile. Se si pensa che una stima ufficiale dei cani vaganti nella provincia di Taranto espone un dato superiore ai 15.000 esemplari, e che, come si è detto, le strutture possono ospitare non più di 200 cani, e, infine, non risultano piani straordinari di sterilizzazione, il risultato appare chiaro rispetto alla oggettiva impossibilità di porre rimedio al fenomeno.

Ogni altra soluzione appare apprezzabile nelle intenzioni ma poco efficace sul piano dei risultati.

A seguito delle difficoltà economiche sopra indicate, parte della struttura, di proprietà privata, è stata posta all’incanto ed acquistata da una nuova società, San Raphael srl, previo attivazione di un mutuo.

Allo stato la gestione, con regolare autorizzazione sanitaria per circa 600 cani, è affidata a mezzo ordinanze sindacale, alla San Raphael, mentre la proprietà è suddivisa al 50% tra la stessa società ad un soggetto privato.

E’ in corso un contenzioso dinanzi al giudice civile in riferimento alla pretesa del comune di acquisire la proprietà del canile.

Si ritiene che la questione sia da dirimere nelle sedi opportune e che nessun altro soggetto abbia titolo per attivare tavoli di confronto sul tema.

In riferimento ai costi di gestione è necessario una puntualizzazione.

Nella intervista rilasciata dall’assessore Baio si parla genericamente di un costo pro die per cane di 2-3 euro.

Va precisato che ogni struttura ha un suo costo e che le tariffe hanno riferimenti diversi.

Per il canile San Raphael il comune spende 1,77 euro poro die a cane (+IVA), tariffa invariata da dieci anni, che copre TUTTE le spese (gestione, struttura, mantenimento, energie, ect.)

Risulta invece che per altre strutture che ospitano animali di Taranto la tariffa sia diversa e che non comprenda tutte le spese.

Sarebbe utile, ai fini della piena trasparenza, che il comune esponesse con chiarezza i costi sostenuti per ciascuna struttura, evitando generalizzazioni che insinuano comprensibili dubbi nella opinione pubblica.

DETTAGLIO

 

 

Premessa:

  • Le società che hanno indetto la conferenza stampa e che in tempi di versi (prima la Ecolife oggi la San Raphael) hanno gestito e gestiscono oggi la casa rifugio sita in via Alberto Sordi 800, interessate al buon funzionamento della struttura, al benessere animale e alle sorti aziendali, che si ripercuotono anche sulla occupazione, hanno sempre ritenuto, e continuano a ritenere,  che non sia il caso di alimentare polemiche in riferimento a situazioni che riguardano esclusivamente i rapporti tra società e amministrazione comunale. Tuttavia le ultime esternazioni a mezzo stampa, e dichiarazioni varie che diffondono notizie non corrispondenti alla realtà dei fatti, impongono un necessario chiarimento. A tale proposito è stata richiesta la presenza dei legali, avv.ti Andrea Sticchi Damiani, Giuseppe Misserini e Fabrizio Lamanna (per le questioni penali). Ciò doverosamente realizzato si intende riportare ogni questione nelle sedi naturali.

 

I temi:

  • La storia della struttura dagli inizi (2003), al dissesto, alla vendita all’incanto, alla attuale gestione.
  • Le perdite e la vicenda della nuova società.
  • Il contenzioso sulla proprietà della struttura
  • I costi reali
  • La situazione randagismo

 

Nel 2003la società ECOLIFE srl ha portato a termine la costruzione di una struttura ricovero per cani vaganti e avviata la gestione avendo partecipato e vinto l’appalto pubblico.

Fino al 2006 la gestione si è svolta con regolarità a fronte di una autorizzazione sanitaria regolarmente rilasciata dalla competente ASL territoriale.

Nel 2006la legge regionale nr. 26 ha posto (in effetti ribadito) il limite insuperabile dei 200 cani per struttura con riduzione progressiva per le strutture aventi a quella data più animali ospitati.

SECONDO LA NORMA I CANI VANNO CURATI NELLA STRUTTURA SANITARIA E RIPORTATI SUL TERRITORIO PREVIO SOTTOSCRIZIONE ASSICURAZIONE A CARICO DELLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI.

Come è noto nello stesso periodo si è manifestato il dissesto economico del comune di Taranto che, sommando quando abbattuto dalla transazione OSL con gli interessi passivi dovuti ai notevoli ritardi nei pagamenti, e a tutto quanto ne è derivato anche in termini di sanzioni per ritardati pagamenti da parte della Ecolife Srl, indicando una perdita secca superiore ai 500.000,00 euro.

Le vicende economiche, ovvero le forti perdite e il modificato piano economico (la struttura doveva ospitare al completamento anche 800 unità), hanno avuto ripercussioni sulla società e sullo stesso amministratore.

Tali difficoltà hanno condotto alla liquidazione della Ecolife Srl sopraggiunta al termine del contratto decennale.

Il 50% della struttura è stata venduta all’incanto.

La Società San Raphael  srl, contraendo un mutuo, ha rilevato tale quota.

2013 allo spirare del contratto decennale il comune di Taranto ha provveduto a prorogare l’affidamento per tutto l’anno 2013, con successive ordinanze urgenti e contingibili nei confronti della Ecolife Srl fino all’atto di liquidazione. Da qual momento le ordinanze (di due mesi) sono rivolte alla società Sar Rapahel Srl.

 

Il contenzioso sulla proprietà. Come già segnalato al termine del contratto decennale nel gennaio 2013 l’amministrazione ha provveduto a prorogare l’affidamento del servizio alla Ecolife srl.

Il contratto, nella sostanza, si manifesta come concessione di un servizio.

Le condizioni previste in gara richiedono che l’appaltatore abbia la disponibilità della struttura (già posseduta o da realizzarsi a propria cura e spese).

 

Vi sono chiarissimi elementi che indicano che la tariffa (pro cane pro die) si riferisce esclusivamente alla gestione del servizio.

Non si tratta di un project financing.

Tuttavia la materia è oggi oggetto di valutazione di un giudice.

Si ritiene pertanto che nessun altro soggetto abbia titolo o autorità per avviare tavoli di confronto sull’argomento.

 

 

I costi reali. In una recente intervista stampa si parla di un costo di 2-3 euro a cane. E una dichiarazione fuorviante, imprecisa.

Occorre essere più puntuali:

 

  1. ogni struttura ha una sua tariffa
  2. occorre comprendere cosa comprenda la tariffa

 

La struttura San Rapahael applica da dieci anni la stessa tariffa senza alcuna variazione, ovvero pari a 1,77 euro pro die per cane + IVA. Tale tariffa è omnicomprensiva, ovvero la amministrazione non sopporta alcun altro costo.

 

Le tariffe indicate nella intervista si riferiscono evidentemente ad altre strutture e, con molta probabilità, sono al netto di altre spese. Sarebbe opportuno a questo punto che l’amministrazione renda pubblici i costi reali per ogni struttura.

 

 

 

La situazione randagismo. Secondo alcune valutazioni ufficiali i cani vaganti nella provincia di Taranto supererebbero le 15.000 unità.

Esistono tre strutture di ricovero attive:

  • San Raphael che ha la autorizzazione sanitaria e può ospitare 600 unità ma deve rispettare il limite di legge di 200 (ad esaurimento)
  • Ex Tarentum 2000 già oggetto di sequestro di cui non si conosce quali provvedimenti siano stati adottati per renderlo compatibile con le norme ed ottenere il rilascio della necessaria autorizzazione sanitaria
  • Sanitario con annesso un piccolo rifugio; in questa struttura la permanenza è limitata per legge.

Esiste poi una struttura a stabulazione libera, progettata per ospitare 90 cani (Paolo VI zona CISI) che però ha ricevuto autorizzazione per 18 animali, e non risulta al momento attivata.

(foto: Giuseppe Misserini durante la conferenza stampa)




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