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Indagine sierologica: Puglia, dati di ieri. Quattro su cinque da ricontattare Ministero della Salute-Istat-Croce Rossa

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Di Francesco Santoro:

Aumenta la percentuale delle persone che non rispondono alle chiamate degli operatori della Croce Rossa oppure chiedono di essere ricontattate successivamente per effettuare il test sierologico. Ieri era il 79 per cento (1.177 cittadini) con un incremento rispetto a mercoledì del 14 per cento, ma numero di telefonate superiore. In Puglia, almeno per il momento, vince la diffidenza verso l’attività di tracciamento condotta da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità: solo il 16 per cento (239 interpellati) ha detto di sì al prelievo di sangue per accertare la presenza, anche in mancanza di sintomi, degli anticorpi contro il Coronavirus nell’organismo, mentre 68 pugliesi (il 5 per cento) hanno declinato l’invito e quindi non parteciperanno alla rilevazione statistica dell’Istat. “Continueremo a richiamare coloro i quali non siamo riusciti a raggiungere telefonicamente e chi ha chiesto di essere contattato in un secondo momento- ha affermato giovedì la presidente del comitato regionale di Cri, Ilaria Decimo-. Molti non rispondono perché vedono lo 06 e credono che si tratti di una delle tante promozioni commerciali o pensano addirittura a una truffa. Ma noi non siamo stalker”.
L’Istat, intanto, ha chiarito i criteri adottati per la compilazione degli elenchi dei cittadini da sottoporre allo screening su base volontaria: “Unità elementari, ovvero i singoli individui, sono selezionati per rispondere all’esigenza di rappresentatività del campione- si legge nel sito dell’Istituto nazionale di statistica-. Nel caso dell’indagine sulla sieroprevalenza dell’infezione da virus Sars-Cov2, il campione prevede l’osservazione di 150.000 individui sull’intero territorio italiano ed è già stato statisticamente definito dall’Istat, prendendo in considerazione genere, età, settori di attività economica, regione di residenza degli individui selezionati. Il campione- prosegue l’Istat-viene assegnato a ciascuna regione in base alla proporzione di popolazione italiana rappresentata da detta regione. Un secondo criterio è quello di “rappresentatività”: se a tutte le regioni venisse assegnata la medesima prevalenza ad esse dovrebbe essere assegnata la stessa numerosità campionaria, indipendentemente dalla loro popolazione, quindi tutte le regioni dovrebbero avere lo stesso campione”. Infine l’Istituto nazionale di statistica fa sapere che “non è possibile candidarsi volontariamente a far parte del campione perché questo è già stato progettato e definito” precedentemente.


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