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Problemi di cuore, dove mi curo in Puglia Il Consorziale Policlinico di Bari, Città di Lecce Hospital di Lecce, l'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, la Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari, la Casa di Cura Villa Verde di Taranto e l'Ospedale San Paolo di Bari, sono in cima alle classifiche regionali di www.doveecomemicuro.it per volume di interventi di angioplastica coronarica, bypass, aneurisma dell'aorta addominale non rotto e di ricoveri per infarto al miocardio

policlinico bari

Di seguito un comunicato diffuso dagli organizzatori:

Il nostro cuore lavora in silenzio e pompa sangue in tutto il corpo rifornendolo di
ossigeno. Egli stesso per funzionare ne ha bisogno in grandi quantità. A portare sangue
ossigenato al miocardio, il tessuto muscolare del cuore, sono le arterie coronarie, che
originano dall’aorta. Se questi vasi si restringono oppure ostruiscono a causa della
formazione di placche, l’apporto può risultare inadeguato e condurre a infarto
miocardico. Per scongiurarlo, è importante innanzitutto correggere le abitudini sbagliate
che concorrono a generare il problema, come cattiva alimentazione, fumo, sedentarietà e
abuso di alcol. Stili di vita scorretti, infatti, sono in gran parte responsabili dell’insorgenza
delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte e di invalidità a
lungo termine.
Oltre che intervenire sui comportamenti errati, però, è fondamentale sottoporsi
tempestivamente a interventi in grado di ridurre al minimo il rischio di infarto:
come un’angioplastica coronarica, che permette di mantenere l’arteria adeguatamente
dilatata, o un bypass, che crea una “strada alternativa” attraverso cui il sangue
ossigenato può arrivare al miocardio.
La scelta del giusto ospedale, in queste eventualità, può rivelarsi determinante,
così come nei casi di infarto e di aneurisma dell’aorta addominale non rotto (una
dilatazione eccessiva dell’aorta che comporta il rischio di rottura): da un’indagine di Dove
e Come Mi Curo (portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane),
infatti, è emerso che solo 1 ospedale su 2 in Italia rispetta gli standard ministeriali
per quanto riguarda i volumi di ricoveri per infarto al miocardio (100 casi l’anno) e di
interventi di angioplastica coronarica (250 casi l’anno). E solamente 1 su 4 per ciò che
concerne il numero di interventi di bypass aortocoronarico (200 casi l’anno) e di
aneurisma dell’aorta addominale non rotto (60 casi l’anno). (Fonti Programma Nazionale
Esiti (PNE) 2016).
“Il volume di attività è un fattore fondamentale per capire la bontà di una struttura
perché, secondo quanto dimostra un’ampia letteratura scientifica, un alto numero di
interventi ha un impatto positivo sull’efficacia delle cure”, spiega il comitato scientifico del
portale (composto da Carlo Favaretti, Alessandro Solipaca, Elena Azzolini e Silvio
Capizzi).
“In questo contesto, strumenti come il PNE (programma gestito dall’Agenzia Nazionale per
i Servizi Sanitari Regionali per conto del Ministero della Salute) e Dove e Come Mi Curo
svolgono un ruolo chiave nell’indurre, da un lato, le Regioni a orientare la propria
programmazione sanitaria accentrando i casi negli ospedali in cui gli esiti si sono
dimostrati scientificamente migliori in funzione del volume di attività e, dall’altro, i pazienti
a scegliere più̀consapevolmente l’ospedale nel quale farsi operare”.
Come confrontare le performance delle strutture?
Basta andare all’indirizzo http://www.doveecomemicuro.it/, inserire nel “cerca” la
parola chiave prescelta (ad esempio “cuore”) e selezionare la voce che interessa (ad
esempio “cuore – angioplastica coronarica con PTCA”): in cima alla pagina dei
risultati compariranno i centri più performanti per questo tipo di intervento. Il semaforo
verde indica il rispetto della soglia ministeriale mentre una barra di scorrimento mostra
il posizionamento delle singole strutture nel panorama nazionale. La valutazione viene
fatta considerando indicatori istituzionali di qualità come, appunto, i volumi di attività
(dati validati e diffusi dal PNE – Programma Nazionale Esiti gestito dall’Agenas per conto
del Ministero della Salute).
CLASSIFICHE DELLA REGIONE PUGLIA
1) Infarto miocardico
È un grave danno al tessuto muscolare del cuore (miocardio) causato da una diminuzione
improvvisa dell’afflusso di sangue e di ossigeno. Se nelle fasi iniziali di un IMA (infarto
miocardico acuto) viene effettuata la PTCA (angioplastica coronarica) il rischio di morte a
breve termine del paziente è minore.
Le strutture che effettuano un maggior numero di ricoveri sono:
– Ospedale San Paolo di Bari, Bari (n° ricoveri 508)
– Ospedale Vito Fazzi, Lecce (n° ricoveri 492)
– Ospedale Andria – L. Bonomo, Andria (n° ricoveri 485)
– Ospedale Perrino, Brindisi (n° ricoveri 472)
– Ospedale Taranto – Santi Annunziata e Moscati, Taranto (n° ricoveri 451)
– Azienda Ospedaliera Universitaria OO. RR., Foggia (n° ricoveri 389)
– Consorziale Policlinico, Bari (n° ricoveri 375)
– Casa di Cura Villa Verde, Taranto (n° ricoveri 339)
– Città di Lecce Hospital – Gruppo Villa Maria, Lecce (n° ricoveri 337)
– Ospedale Bari di Venere, Bari (n° ricoveri 321)
– Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli, Acquaviva delle Fonti (n°
ricoveri 286)
– Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (n° ricoveri 268)
– Casa di Cura Santa Maria – Gruppo Villa Maria, Bari (n° ricoveri 278)
– Azienda Ospedaliera Card. G. Panico, Tricase (n° ricoveri 250)
– Ospedale Barletta – Mons. R. Dimiccoli, Barletta (n° ricoveri 212)
Il 67% delle strutture pugliesi rispetta lo standard dettato dai riferimenti istituzionali per
quanto riguarda i volumi (almeno 100 l’anno, soglia minima rispettata dal 51% delle
strutture in Italia).
Una nota di merito va a Città di Lecce Hospital – Gruppo Villa Maria di Lecce e alla Casa di
Cura Anthea – Gruppo Villa Maria di Bari che rispettano anche le percentuali di mortalità
(che devono mantenersi inferiori all’8%) e le percentuali di trattati con PTCA entro 48 ore
dal ricovero (almeno il 45%).
Inoltre, all’Ospedale San Paolo di Bari, all’Ospedale Andria – L. Bonomo, all’Ospedale
Perrino, all’Azienda Ospedaliera Universitaria OO. RR., al Consorziale Policlinico,
all’Ospedale Bari di Venere, all’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli,
all’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, all’Azienda Ospedaliera Card. G. Panico e alla
Casa di Cura Villa Verde che rispettano i valori di riferimento per quanto riguarda le
percentuali di PTCA.
2)Bypass aortocoronarico
È un intervento che ha lo scopo di far superare al sangue le ostruzioni o i restringimenti
(stenosi) dei vasi sanguigni che lo portano al cuore.
Le strutture che effettuano un maggior numero di ricoveri sono:
– Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei, Bari (n° interventi 241)
– Città di Lecce Hospital – Gruppo Villa Maria, Lecce (n° interventi 202)
Inoltre, il Consorziale Policlinico di Bari per pochi interventi non raggiunge il valore di
riferimento istituzionale ma rispetta quello che riguarda le percentuali di mortalità (che
devono mantenersi inferiori all’1,5%).
Il 93,2% dei residenti sceglie di farsi curare nella propria regione.
Il 6,8% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.
L’8,4% di interventi eseguiti su non residenti.
Il 29% delle strutture pugliesi rispetta lo standard dettato dai riferimenti istituzionali (200
casi l’anno, soglia minima rispettata dal 24% delle strutture in Italia).
3)Aneurisma dell’aorta addominale non rotto
È una dilatazione dell’aorta nella sua porzione addominale. Poiché il rischio di rottura
aumenta proporzionalmente alle dimensioni ed alla velocità di crescita, attualmente
l’indicazione al trattamento chirurgico si ha in presenza di aneurismi di diametro ≥5,5 cm
o con rapido accrescimento (>1.0 cm per anno) o, ancora, con aspetti morfologici che
segnalano un elevato rischio di rottura. Il trattamento è sempre indicato qualora
l’aneurisma dia sintomi quali dolore addominale e lombare, segni di compressione delle
strutture circostanti, ecc.
L’unica struttura che rispetta lo standard ministeriale è:
– Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (n° interventi 71)
L’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti per pochi
interventi non raggiunge lo standard di riferimento ma rispetta i valori di per quanto
riguarda le percentuali di mortalità (che devono mantenersi inferiori all’1%).
L’ 85,3% dei residenti sceglie di farsi curare nella propria regione.
Il 14,7% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.
L’8,9% di interventi eseguiti su non residenti.
L’8% delle strutture pugliesi rispetta lo standard dettato dai riferimenti istituzionali
(almeno 60 casi l’anno, soglia minima rispettata dal 24 % delle strutture in Italia).
4)Angioplastica coronarica con PTCA
È la tecnica che permette di dilatare il tratto di arteria coronaria occluso o
significativamente ristretto in modo da consentire nuovamente il normale afflusso di
sangue al cuore. Può essere usata per far regredire i sintomi di una coronaropatia, ad
esempio l’angina (dolore al torace) e i problemi respiratori o per limitare i danni al muscolo
cardiaco provocati da un infarto miocardico acuto (IMA).
Le strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:
– Casa di Cura Villa Verde, Taranto (n° interventi 648)
– Azienda Ospedaliera Card. G. Panico, Tricase (n° interventi 646)
– Casa di Cura Santa Maria – Gruppo Villa Maria, Bari (n° interventi 634)
– Azienda Ospedaliera Universitaria OO. RR., Foggia (n° interventi 580)
– Città di Lecce Hospital – Gruppo Villa Maria, Lecce (n° interventi 571)
– Ospedale San Paolo di Bari, Bari (n° interventi 569)
– Ospedale Perrino, Brindisi (n° interventi 553)
– Ospedale Vito Fazzi, Lecce (n° interventi 509)
– Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (n° interventi 490)
– Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli, Acquaviva delle Fonti (n°
interventi 489)
– Casa di Cura Anthea – Gruppo Villa Maria, Bari (n° interventi 462)
– Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei, Bari (n° interventi 401)
– Consorziale Policlinico, Bari (n° interventi 347)
– Ospedale Andria – L. Bonomo, Andria (n° interventi 341)
Il 94,9 % dei residenti sceglie di farsi curare nella propria regione.
Il 5,1 % dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.
Il 4,3 % di interventi eseguiti su non residenti.
Il 64% delle strutture pugliesi rispetta lo standard dettato dai riferimenti istituzionali
(almeno 250 casi l’anno, soglia minima rispettata dal 57% delle strutture in Italia).


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