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Coronavirus: a rischio l’industria dello spettacolo dal vivo Molti eventi posticipati o annullati. C'è molta preoccupazione fra gli addetti ai lavori

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Di Angela Maria Centrone:

Nonostante le notizie riguardanti il Coronavirus siano la priorità, nel mondo, continua ad accadere anche altro, nel bene e nel male. Proprio oggi è uscito il nuovo album del cantautore emiliano Dente, all’anagrafe Giuseppe Peveri. Il disco intitolato Dente, contiene un brano che si chiama “Sarà la musica”, il cui ritornello recita “sarà la musica a salvare il mondo, l’hanno detto oggi alla tv, ma se non c’è la fa pensaci tu”. Un assunto cruciale in questi giorni concitati, nei quali se da una parte è già polemica sulle responsabilità dell’impennata di contagi da Coronavirus nel nostro Paese, dall’altra realmente le conseguenze catastrofiche sul settore dello spettacolo dal vivo si stanno facendo sentire.

Teatri chiusi, concerti posticipati, tour e showcase annullati. Lo stesso Dente ha annunciato la cancellazione della presentazione del disco programmata nelle librerie. Proprio ieri il Circolo Magnolia di Milano ha lanciato un appello a riguardo sulla rivista Rockit.it e in Puglia – è notizia odierna – la storica Festa della Pentolaccia del Carnevale di Putignano non si farà.

Il settore musicale e dell’intrattenimento non ha garanzie dallo Stato, non usufruisce di decreti salvifici, né di cordate miracolose. Eppure è un’industria che in Italia è fondamentale, perché anima le nostre città e i luoghi cosiddetti a vocazione turistica. La musica e il teatro, così come l’arte e il cinema, sono patrimonio del nostro Paese e, forse, quando minimizziamo l’emergenza Coronavirus dovremmo pensarci. Perché se il panico è mediatico, i danni economici sono reali. Ma non solo.

Esiste un rischio di collasso degli ospedali per sovraffollamento. E in quegli ospedali ci sono quei malati oncologici che, loro malgrado, vengono tirati in ballo in questi giorni. Quelli di Taranto e quelli della Terra dei Fuochi. Per loro questo virus può rivelarsi letale.

L’altra consuetudine è quella di ricordare le altre emergenze dal mondo, come l’invasione delle locuste nel corno d’Africa e l’emergenza dei profughi siriani al confine greco. Sappiate che anche per loro il Coronavirus sarebbe letale.

Mescolare gli argomenti senza criterio, diffondere fake news, ignorare le indicazioni delle istituzioni e le raccomandazioni dell’OMS, di fatto, sta uccidendo delle persone.

Proviamo a salvare il mondo, e anche la musica, con un po’ di responsabilità civile da parte di ognuno.

 




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