La vicenda di Giuditta Perna è particolarmente inquietante. Da alcuni giorni, a parte l’auto, della studentessa irpina non ci sono tracce. Un caso che è alla ribalta nazionale e preoccupa tutta l’Italia. Si indaga su ogni possibile traccia possa venir fuori da quella macchina, anche il segnale apparentemente più insignificante. Però si brancola nel buio. Le ipotesi che si fanno sono quelle classiche, e tutte ugualmente agghiaccianti, in casi del genere: il suicidio, la sparizione per via di un atto violento subìto, un evento accidentale.
Se la ragazza si fosse gettata dal ponte sul fiume Ofanto si sarebbe trovato il corpo in una zona delimitata. Invece nulla. Allora fanno capolino le altre ipotesi. Si cerca ora a Calitri, paese di cui Giuditta, 26 anni, è originaria e che frequenta assiduamente.
Apprensione in tutta Italia. In particolare, apprensione fra gli amici e la cosa riguarda anche le famiglie degli amici. Una, in Puglia, dove risiede un’amica di collegio universitario di Giuditta. Insieme a Perugia, poi la ragazza pugliese è rimasta in Umbria e la ragazza campana ha optato per la specialistica altrove. Il padre della ragazza pugliese racconta il rapporto di amicizia fra la figlia e la ragazza ora scomparsa e, seguendo a distanza il caso e sulla base di una conoscenza fra le due giovani, dice che una ipotesi di suicidio non è pensabile. Ma non in base a chissà quali elementi dell’ultimo periodo, perché non ne ha ovviamente. No: invece, è soprattutto per la speranza che anche in Puglia è grande, di assistere, nel più breve tempo possibile, alla chiusura positiva di questo mistero, con il ritrovamento di Giuditta in condizioni perfette. Si immedesimano insomma, nei familiari della ragazza irpina, i familiari della sua amica di Martina Franca. E il papà dell’amica, quando parla di “un dramma”, lo dice con il trasporto di chi lo sta vivendo pressoché direttamente.