
San Giovanni Rotondo ospiterà il primo raduno interregionale delle disabilità.
Lo ha annunciato Giuseppe Tulipani, garante regionale per i diritti delle persone con disabilità, nel corso della cerimonia d’intitolazione del Centro Sociale Polivalente, ubicato in zona Cavallo Stallone.
Non è stata una cerimonia d’intitolazione, ma un incontro tra amministrazione comunale, autorità militari e religiose, familiari e cittadini che si sono ritrovati per ricordare Emma Francavilla, psicologa, prematuramente scomparsa, ma dalla cui morte è fiorito un messaggio di vita, vista l’autorizzazione all’espianto degli organi.
È nata su questi presupposti la intitolazione del Centro Sociale Polivalente a Emma Francavilla.
Grande la partecipazione di cittadini e suggestiva atmosfera, introdotta dal ricordo silenzioso dei ragazzi del Centro e dei colleghi di lavoro.

La cerimonia è proseguita con la lettura di una poesia di Salvatore Mangiacotti, affidata al presidente del Consiglio comunale.
Poi gli interventi di Antonio Di Gioia, presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia, dove Emma Francavilla era tesoriera prima della tragica morte. Seguito dal saluto del garante dei disabili e da un breve ma commovente intervento di Antonio Netti, marito di Emma.
Sul valore della vita e sull’impegno che ogni individuo assume vivendo, è intervenuto mons.Luigi Renna, amministratore apostolico dell’arcidiocesi Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo.
«Farsi missione più che avere una missione è la differenza tra farsi partecipi del disagio dei più deboli, come nel caso di Emma, oppure avere un obiettivo da raggiungere. In fondo il senso della vita è quello di essere portatore di buoni sentimenti, di valori, di condivisione verso il bene e il miglioramento della società. Non serve inseguire traguardi, ma lavorare tenendo sempre presente che il nostro lavoro, se fatto con amore e perseveranza, non può che essere di giovamento a se stessi e alla società. In questo senso si diventa missione e si credano le condizioni per essere ricordati come se la morte non fosse mai avvenuta», ha sottolineato mons. Renna.







