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Il colonnello campione paraolimpico al convegno di Taranto dopo un altro successo sportivo Carlo Calcagni

CALCAGNI DERRICO RUGGIERI

Di seguito il comunicato:

Reduce da un ennesimo impegno/successo sportivo (tre medaglie d’oro conquistate sabato 20 nel canottaggio indoor), il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, campione paraolimpico, ha partecipato il 22 maggio 2023, ad un incontro pubblico a Taranto, organizzato da quattro associazioni no profit: PTHM (organizzazione neo templare), Unione Civica, Anafim e Comunicare Art21, unitamente al Team Calcagni.

L’evento, che è stato accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Taranto, ha visto la partecipazione di un folto e attento pubblico che ha assistito alla proiezione del docufilm “Io sono il Colonnello”.  Documentario che racconta in sintesi la storia di Calcagni. In missione di soccorso in Bosnia nel 1996, in assenza di puntuali informazioni, fu sottoposto alla pioggia di metalli pesanti, tossici e cancerogeni, derivante dall’utilizzo di munizioni contenenti uranio depleto (o impoverito), che ha una radioattività stimata nel 40% in meno di quello usato nelle centrali nucleari ma che provoca in ogni caso la dispersione nell’aria di metalli pesanti. A causa di questa esposizione Calcagni ha contratto 24 gravissime patologie, alcune di natura neuro degenerativa. Problemi cardiaci, la “Sensibilità chimica multipla” (MCS), alcune forme tumorali. Gli è stato ridotto un polmone per rimuove delle masse tumorali per cui è costretto all’uso costante di ossigeno. Assume trecento pillole al giorno e pratica 7 iniezioni quotidianamente. Tanti i ricoveri in centri specializzati. Un vero calvario e non solo dal punto di vista sanitario. La vicenda uranio impoverito, che ha interessato centinaia di militari e dipendenti civili impiegati in quella missione, molti purtroppo non sopravvissuti, è stata a lungo coperta da una sorta di silenzio di Stato. Lo stesso Calcagni ha dovuto ricorrere alle vie legali per vedere riconosciuti i suoi diritti. Oggi il Colonnello chiede un risarcimento allo Stato: vuole un euro simbolico ma pretende le scuse ufficiali per il suo caso ma anche per tutti coloro i quali sono stati coinvolti, perdendo la vita o ammalandosi gravemente. Scuse che non arrivano, e molto probabilmente non arriveranno. Calcagni vuole essere un esempio per quanti pensano di non farcela: il suo motto è Arrendersi mai! Con il suo “Team Calcagni” gira l’Italia, incontra le scolaresche.  L’uranio impoverito, non è certo un segreto, viene utilizzato anche nella guerra in Ucraina. Pochi giorni fa è circolata la notizia, in qualche modo smentita    frettolosamente, di un deposito di armi contenenti uranio impoverito esploso e di una nube tossica diretta in Polonia. Non c’è davvero da sottovalutare. Calcagni continua a fare sport come lo faceva prima di ammalarsi. Ed è campione paraolimpico. Anche in questo caso incontra gli ostacoli della rigidità di taluni regolamenti o forse solo di alcuni dirigenti. Un’altra battaglia che sta portando avanti. Ha scritto anche un libro “Pedalando su un filo d’acciaio” (il ciclismo è il suo sport, ma come si è detto è campione anche nella disciplina del canottaggio indoor e quando può corre anche in pista).

Dopo la proiezione del docufilm un breve dibattito coordinato dal presidente dell’associazione Comunicare ART21, dott Francesco Ruggieri, al quale hanno preso parte l’Avvocato Francesco D’ Errico, presidente di Unione Civica, il presidente dell’associazione ANAFIM Cosimo Calabrese e lo psicologo dott. Egidio Francesco Cipriano.




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