Di Nino Sangerardi:
“Quando sono tornato dall’Asia, dopo anni di viaggi e vita all’estero, il mondo stava lentamente spegnendo le luci. Il Covid aveva bloccato ogni movimento, confinando le nostre vite dentro confini sempre più stretti.
Per ripartire, ho scelto di tornare a casa, nella mia Basilicata. Una regione spesso trascurata dalle rotte del turismo di massa, ma profondamente autentica, ruvida, misteriosa. Da quel momento, è cominciato un viaggio diverso: un’esplorazione a passo lento, in bicicletta e a piedi, attraversando parchi naturali, paesi, sentieri dimenticati”.
Parole del fotografo professionista Gaetano Plasmati.
Un arcipelago di paesaggi?
Certo,ho percorso chilometri su chilometri tra le vette e i boschi del Parco Nazionale del Pollino, dove l’aria ha il profumo resinoso dei pini loricati e il tempo sembra sospeso. Poi ancora più a sud, nell’Appennino Lucano Val d’Agri ; Lagonegrese, ho camminato tra altopiani silenziosi, campi coltivati e fiumi che serpeggiano tra le rocce.Le Dolomiti Lucane, con le loro cime aguzze che ricordano scenari himalayani in miniatura, mi hanno accolto con i loro borghi incastonati nella pietra: Castelmezzano, Pietrapertosa. E nell’Alta Murgia, là dove la Basilicata sfiora la Puglia, ho ritrovato i colori caldi della terra, il giallo dei campi, il bianco abbacinante delle masserie.
Ogni tappa è stata fotografata, raccontata, registrata. Un archivio visivo e narrativo che documenta non solo paesaggi, ma anche volti, voci, storie, feste popolari. Perché questo viaggio non è mai stato solo mio: è anche delle persone incontrate lungo la strada, dei pastori, dei contadini, delle guide locali che resistono e innovano, giorno dopo giorno.
Quindi oltre Matera, dentro la Basilicata?
Matera, la mia città, è diventata negli anni un simbolo internazionale. Ma se da un lato questo ha aperto nuove opportunità, dall’altro ha accelerato una forma di turismo mordi e fuggi, spesso incapace di andare oltre la superficie. Il mio progetto nasce anche da qui: dal desiderio di rallentare, di spostare lo sguardo dalle mete celebri ai margini, dalle piazze affollate ai sentieri meno battuti.Le aree interne della Basilicata e dell’Italia in generale sono oggi più che mai laboratori di resistenza e rigenerazione. Luoghi dove si può ancora immaginare un altro modo di viaggiare: sostenibile, rispettoso, trasformativo.
Dunque, un viaggio che continua
Oggi continuo a esplorare. Le mie rotte si allungano anche verso la costa, dove il Mar Ionio e il Tirreno bagnano spiagge selvagge, pinete nascoste, antichi porti greci. Qui, il concetto di turismo lento si intreccia con la tutela ambientale, la promozione delle comunità locali, la necessità di un nuovo equilibrio tra uomo e natura.
Ogni passo, ogni pedalata, ogni incontro è parte di una narrazione in divenire. Un modo per restituire attenzione a ciò che troppo spesso resta invisibile, e per ricordare che i veri viaggi, quelli che ci cambiano, cominciano sempre da casa.