Di Francesco Santoro:
«Nel Mezzogiorno, secondo nostre stime, il Pil, dopo aver ristagnato nel 2019, si sarebbe ridotto di circa il 4 per cento nel primo trimestre. Anche l’economia pugliese, che ha rallentato nel corso del 2019, si è contratta in misura significativa nei primi mesi del 2020». Lo afferma Banca d’Italia nel rapporto annuale presentato questo pomeriggio a Bari. Durante il lockdown, e più precisamente a partire da marzo, l’attività economica «ha subìto pesanti ripercussioni per via delle misure di distanziamento sociale e di sospensione nei settori non essenziali: la quota di valore aggiunto di questi ultimi è pari in Puglia a quasi un quarto del totale, un valore solo di poco inferiore alla media del Paese». Il blocco causato dalla diffusione del Covid-19 «ha colpito in modo molto intenso il commercio, il turismo e l’industria. In quest’ultimo settore- evidenzia Bankitalia- le imprese prevedono un calo del fatturato di circa un quinto nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».
Riflettori puntati sullo stabilimento siderurgico di Taranto, da cui –secondo i tecnici- dipenderà l’andamento industriale. Mentre nell’ambito dei servizi il turismo è tra «i comparti più colpiti. La ripartenza di quest’ultimo, che negli anni scorsi ha contribuito a sostenere la dinamica del terziario, sarà molto graduale, considerando la difficoltà di rimuovere i vincoli alla mobilità e il tempo necessario per recuperare la fiducia dei consumatori; ciò influirà negativamente sulla stagione estiva, che pesa per quasi l’80 per cento sulle presenze annuali- si legge nel report di Bankitalia-. L’impatto negativo sul turismo potrebbe risultare nel complesso meno pronunciato rispetto alla media nazionale e delle principali regioni del Mezzogiorno per effetto della minore dipendenza dal turismo internazionale, più colpito dalle restrizioni alla mobilità».
L’intero sistema produttivo pugliese, nonostante non fosse tornato ancora sui livelli pre crisi finanziaria, negli scorsi anni si è rafforzato, anche a seguito di un forte processo di selezione operato dalla fase recessiva. Tra le imprese rimaste sul mercato, è progressivamente aumentata la redditività, la liquidità e la patrimonializzazione; è calato l’indebitamento e vi è stata una ricomposizione delle passività a favore della componente a media e a lunga scadenza; è diminuita la percentuale di aziende finanziariamente vulnerabili». Ma le misure draconiane imposte dal governo per contrastare l’avanzata del Coronavirus «hanno tuttavia aumentato il fabbisogno di liquidità delle» aziende e «anche tenendo conto degli effetti» delle scelte compiute dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, che ha consentito «di rinviare la scadenza delle rate sui mutui e di estendere il ricorso alla cassa integrazione guadagni, le aziende pugliesi a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura sono quasi un quarto. Nel secondo trimestre la dinamica dei finanziamenti sta beneficiando anche dell’erogazione di nuovi prestiti garantiti dal settore pubblico in attuazione» del Decreto liquidità. «L’aumento dell’indebitamento potrebbe tuttavia rappresentare- prosegue Banca d’Italia-in prospettiva un elemento di fragilità della futura ripresa economica».
Quanto infine all’occupazione Bankitalia sostiene che gli «effetti negativi sul numero di occupati sono stati tuttavia finora contenuti dalle misure riguardanti la sospensione dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alla Cig», che in aumento già nel 2019 «è quintuplicato nei primi quattro mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche a seguito dell’estensione della platea dei beneficiari a categorie di lavoratori dipendenti precedentemente esclusi».