Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
E’ grave l’emergenza idrica in Puglia con le riserve già esigue che si riducono ulteriormente, creando uno scenario critico nel tarantino, mentre la Capitanata in 14 giorni ha assistito alla riduzione di circa 800.000 metri cubi d’acqua degli appena 113 milioni, che era riuscita a stoccare, nel confronto con il già drammatico 2024, con il deficit che ad oggi è di 72 milioni di metri cubi. L’ennesimo allarme arriva da Coldiretti Puglia, in occasione del tavolo di crisi idrica, convocato dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, dopo il forte pressing di Coldiretti.
L’avvio immediato della stagione irrigua 2025 e la regolare fornitura di acqua per irrigazione non è più procrastinabile, utilizzando ogni mezzo e risorsa a disposizione, per scongiurare – insiste Coldiretti Puglia – ulteriori e più gravi conseguenze rispetto a quelle occorse nel 2024, in altri termini, l’emergenza idrica va affrontata nel breve periodo con tempestività ed efficacia, perché l’agricoltura ha bisogno di acqua ora. La principale fonte di approvvigionamento idrico del Tavoliere, seppur in territorio molisano, è la diga di Occhito, che ora contiene 76 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 30% dei volumi di riempimento autorizzati, contro gli oltre 145 milioni dello scorso anno e di cui solo 36 milioni di metri cubi saranno utilizzabili per le varie finalità in quanto, sotto il limite dei 40 milioni di metri cubi – considerato “volume morto” – le erogazioni saranno appannaggio quasi esclusivo dell’uso potabile.
In provincia di Taranto è improcrastinabile riutilizzare l’impianto di sollevamento sul fiume Bradano con almeno due motopompe, per portare nella vasca di raccolta di contrada Girifalco a Ginosa almeno 300 It/sec e potenziare l’impianto di sollevamento sul fiume Tara, per complessivi 600 litri al secondo, necessari per alimentare il comprensorio di Massafra – Palagiano (rete ARIF 300 litri al secondo) e, tramite la condotta Paoloni sui territori di Castellaneta e Palagianello, attraverso il Casello 2 ed il Torrino piccolo (rete Consorzio e Stornara e Tara 300 300 litri al secondo), ma serve anche il ripristino dei pozzi di Palagianello, che possono complessivamente assicurare 100 It/sec, già attivati temporaneamente nel 2024.
Altra boccata d’ossigeno – aggiunge Coldiretti Puglia – può avvenire immettendo nella rete consortile “acqua reflua depurata per il riuso irriguo a servizio delle aree agricole”, prodotta dai depuratori di acque reflue di Ginosa, Ginosa Marina e Castellaneta, che possono assicurare complessivamente non meno di 70 litri al secondo e che potrebbero entrare in esercizio in poco tempo, prevedendo l’urgente connessione di detti impianti alle attuali reti di distribuzione irrigua.
Bisogna riattivare i pozzi consortili presenti sull’intero territorio e da tempo in disuso, compresi i pozzi degli acquedotti rurali, prevedendo nel breve periodo anche il prelievo in loco per far fronte alla minor disponibilità di acqua proveniente dalla Diga di Monte Cotugno, per consentire la regolare fornitura idrica della fascia pedemurgiana tarantina, servita dagli acquedotti rurali, alimentati dagli impianti di sollevamento dell’Acquedotto Pugliese, che fornisce acqua potabile . spiega Coldiretti Puglia – anche alle aziende agricole e zootecniche, si propone di riattivare i diversi pozzi consortili presenti sul territorio, come ad esempio quelli di Contrada Serra di Stinge e Contrada Bosco a Laterza, quello di Contrada Rosario a Castellaneta, quelli di Contrada Cunegonda e Contrada Estingeta a Mottola, ma anche completare ed estendere gli schemi irrigui in fase di realizzazione, come quelli in appalto in agro di Martina Franca.
“L’incognita siccità pesa come un macigno sulle prossime campagne agricole che si prospettano pesanti e rischiano di frenare gli investimenti”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, nel sottolineare che “i volumi idrici trattenuti dalle dighe sono quasi la metà rispetto a quelli del 2024, l’anno peggiore per le disponibilità idriche nella regione”. “Il timore degli agricoltori che si sta trasformando in certezza è di vivere una nuova emergenza, peggiore di quella dello scorso anno con danni per oltre 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Da qui l’urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha aggiunto Cavallo.
“Determinante in Puglia ripartire dalle incompiute, dagli interventi di manutenzione straordinaria della diga di Saglioccia, realizzata negli anni 80 e mai entrata in esercizio, con lo sbarramento sul torrente omonimo, affluente di destra del fiume Bradano, in agro di Altamura, in località Tempa Bianca”, incalza Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare l’importanza ‘del recupero funzionale della Diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti”, aggiunge Piccioni.
Intanto, Coldiretti ha sensibilizzato il Governo ad accelerare nell’erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima. Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole per l’anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.
(foto: repertorio)