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Brindisi: morto Cosimo Durante, superstite di Cefalonia Aveva 94 anni, testimone dell'eccidio nazista e dell'eroica resistenza della Divisione Acqui. Domani i funerali. L'omaggio dell'Anpi

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Di seguito il comunicato Anpi, associazione nazionale partigiani italiani:
L’omaggio dell’ANPI di Brindisi al combattente per La Liberazione, Cosimo Durante, deceduto ieri.

Nella sua città natale, Brindisi, si è spento all’età di 94 anni Cosimo Durante , uno degli ultimi testimoni viventi dell’eccidio di Cefalonia, la tragedia per antonomasia del martirio subito ma anche dell’eroismo dei soldati italiani, nei giorni seguenti all’armistizio del 1943.

Di essa egli ne parlava sommessamente a chi gli chiedeva di raccontare la sua esperienza, quasi fosse a 70 anni di distanza , ancora incredulo ad essere scampato ai bombardamenti degli Stukas, alle fucilazioni di massa da parte della Wehrmacht, l’esercito tedesco, dall’affondamento della nave che lo trasportava nei lager in Germania, ed ancora dagli stenti , le privazioni, le umiliazioni subite in campo di prigionia.
Dalle sue parole si coglieva tutto l’eroismo dei marinai della divisione Acqui e delle altre nostre Forze Armate che strenuamente per giorni cercarono di opporsi allo sbarco dei tedeschi in quella isola greca. C’era l’amarezza di quel mancato soccorso, da parte della Regia Marina, proprio con le navi di stanza a Brindisi, impedite dagli ordini conseguenti agli accordi armistiziali con gli Alleati,

C’era il ricordo di quando lui, marinaio della Guardia costiera di base ad Argostoli era stato inviato con altri a difendere le batterie costiere che contrastavano i mezzi navali tedeschi , e di come fosse sopravvissuto al lancio delle bombe di quegli Stukas che per giorni martellarono le nostre difese. Poi , dopo aspri combattimenti ,la resa del presidio, ed infine il massacro di tutti gli ufficiali e di migliaia di marinai.

Imbarcato su una carretta del mare, stracarica di prigionieri, scampò al naufragio causato da una mina, mentre gli abissi ingoiavano un migliaio di suoi commilitoni. Recuperato da una silurante tedesca veinva in seguito inviato in Germania con un ponte aereo, e imprigionato in un lager. Quando gli fu offerto di esser liberato in cambio di vestire la divisa dell’esercito fascista della Repubblica di Salò, lui, nonostante tutto ciò che aveva subito, diede la stessa risposta che altri 500.000 soldati italiani diedero ai loro carcerieri con la croce uncinata: NO!

La sua vita di Internato Militare , tra lavoro coatto e prigionia terminò finalmente con la resa della Germania nel 1945. Rientrato in Italia , contribuì con il suo modesto ,ma pur importante lavoro, a metter su famiglia e a ricostruire l’Italia devastata dalla guerra scatenata dalla follia di Mussolini e dal regime fascista.

Qui a Brindisi, negli ultimi anni , il marinaio Cosimo Durante, combattente per la Liberazione è stato insignito da parte della Presidenza della Repubblica Italiana di onorificenze al merito e l’ANPI di Brindisi ha avuto l’onore e il privilegio di averlo tra i suoi soci onorari.

L’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI) di Brindisi, nel dare l’annuncio della sua morte , invia le sue più sentite condoglianze alla famiglia ed invita a partecipare al suo funerale che si terrà lunedì mattina , 23 gennaio 2017, alle ore 09.30 , presso la Parrocchia San Vito , rione Commenda a Brindisi.
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2 Comments

  1. La tragedia di Cefalonia avvenne per responsabilità criminale del governo ‘badogliano’ che ORDINO’ DI RESISTERE AI TEDESCHI il 13 sett. 1943
    S E N Z A
    AVER DICHIARATO GUERRA ALLA GERMANIA .che lo fu solo il 13/10/1943-
    con il risultato di far fucilare i nostri Ufficiali e pochi soldati DOPO LA RESA DEL 22 SETT. COME ‘FRANCHI TIRATORI’ IN BASE ALLA CONVENZIONE DI GINEVRA.
    MIO PADRE MAGG FEDERICO FILIPPINI FU UNO DEI 136 UFFICIALI FUCILATI TRA IL 24 E IL 25 SETTEMBRE.
    TUTTO IL RESTO SONO FAVOLE INVENTATE DALL’ESERCITO DI OGGI PER COPRIRE LE RESPONSABILITA’ DELL’ESERCITO DI ALLORA E L’ANPI NON C’ENTRA NIENTE CON DETTA VICENDA NELLA QUALE SI E’ INFILATO PROFITTANDO DELL’IGNAVIA DEI MILITARI.
    AVV. MASSIMO FILIPPINI
    ORFANO DI UN MARTIRE DI CEFALONIA

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