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Che bella sorpresa l’insultario pugliese-italiano In edicola

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Sono entrato dal tabaccaio in piazza per comperare un pacchetto di fazzoletti di carta. L’ho visto, divertito, tenere in mano un libretto. È in vendita.

Appena ho letto il titolo l’ho comprato. Per me che non conosco a fondo la materia, gli insulti in pugliese sono spesso da scoprire. Lo consulterò senz’altro. Orgoglioso dell’acquisto, ho incontrato gli amici per prendere il caffè. Il primo, quello al quale ho affidato il compito di togliere il cellophane, ha anche aperto una pagina a caso.

Pagina centrale, alla M, ecco “mao mao”. Con tanto di spiegazione, traduzione in italiano, origine. Chissà se ci siano tutti, comunque di insulti in pugliese dalla A alla Z ce ne sono tanti. Un piccolo scrigno di “insulti, parolacce, imprecazioni, modi di dire poco gentili e vilipendi vari” di Puglia. Realizzato molto bene dall’autore Niccolò Altomare per Editoriale Programma.

Chi me lo doveva dire, la recensione di un (simpaticissimo) libro di offese. Vuoi che il mio amico non sia corso a comprarlo? In meno di cinque minuti. E dopo di lui gli altri. All’edicolante mi sa che chiedo una percentuale sulle vendite. E se si lamenta, chissà, gli dò (tratto dall’insultario) dello ‘ncusçetusu. Con affetto. Perché “nel tacco d’Italia, se non ti insultano con affetto, vuol dire che non ti vogliono abbastanza bene.”

Infine: edicole e librerie hanno sempre cose interessanti da raccontare. Dovremmo andarci più spesso. 


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