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Arcelor Mittal: Usb, “reparti fermi e nuova cassa integrazione” Per altri 250 lavoratori

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Di seguito un comunicato diffuso da Arcelor Mittal Italia:

Aminvestco fa riferimento all’Accordo di Investimento firmato con Invitalia lo scorso 10 dicembre 2020 che prevede l’impegno si Invitalia  a sottoscrivere e versare un aumento di capitale di euro 400 milioni entro il 5 febbraio 2021 ed  una serie di altre misure per sostenere gli investimenti della società.

Nonostante la natura vincolante dell’Accordo, ad oggi Invitalia non ha ancora sottoscritto e versato la sua quota di capitale e quindi non ha adempiuto agli obblighi previsti dall’Accordo.

Questo persistente mancato adempimento sta seriamente compromettendo la sostenibilità e le prospettive dell’azienda e dei suoi dipendenti.

Conseguentemente Aminvestco è costretta ad annunciare una riduzione dei suoi livelli di produzione  ed un rallentamento temporaneo dei suoi piani di investimento.

Queste misure saranno in vigore fintanto che Invitalia non adempierà agli impegni presi con l’Accordo di Investimento.

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Usb:

La reazione da parte della multinazionale è tempestiva e arriva a nostro avviso come diretta conseguenza del fatto che il Premier Draghi temporeggi sui 400 milioni di euro necessari a garantire l’ingresso effettivo nella gestione dello stabilimento siderurgico da parte di Invitalia. Di oggi infatti l’informativa con cui l’azienda fa sapere che Acciaieria 1 e Treno Nastri 2 non ripartiranno, come era invece previsto. Di conseguenza verranno messi in cassa integrazione ulteriori 250 lavoratori; si tratta di unità lavorative che operano nelle aree MAGAZZINI E OFFICINE. Non verrà garantito il presidio ai forni, saranno a lavoro solo gli addetti alla salvaguardia degli impianti.
Evidente il tentativo di fare pressione sul Governo attraverso la fermata di ulteriori reparti dell’acciaieria, affinché vengano sbloccate le risorse. Ancora una volta viene utilizzata la minaccia occupazionale e i lavoratori diventano strumenti nelle mani di chi ha a cuore unicamente il profitto.
Usb continua a ribadire la necessità di interrompere ogni relazione con Arcelor Mittal, che ha ampiamente mostrato la sua inaffidabilità. Il Governo deve bloccare l’attuale gestione e procedere con la nazionalizzazione della fabbrica. Assolutamente necessario attuare un accordo di programma legato alla piattaforma presentata dalla nostra organizzazione al precedente esecutivo, con proposte mirate a garantire tutti i lavoratori, avviando la riconversione economica della città di Taranto.

Alessandro D’Amone Esecutivo Usb Taranto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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