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posta centro storico ultimo giorno 3

posta centro storico ultimo giornoFine. L’ufficio postale del centro storico di Martina Franca ha chiuso oggi per l’ultimo giorno la porta al pubblico. Da lunedì, alcuni giorni per il trasferimento, prima dell’apertura del nuovo ufficio postale, in via Toniolo, in una delle zone più nuove della città.

Così, un pezzo di storia se ne va: la foto documenta la porta d’ingresso aperta nell’ultimo giorno di servizio. Per Poste italiane si è trattato di organizzazione aziendale, per la città e soprattutto per la sua zona antica è una cosa grave. A nulla sono serviti gli appelli, le lettere aperte, le iniziative politiche: la posta, che finora nel centro storico ci era sempre stata, prima nel chiostro di San Domenico e poi nell’ufficio di piazza Garibaldi, ora non c’è più. Segno, preoccupantissimo, dell’indebolimento di una zona-chiave della città, quella da cui era nato tutto e quella che, piano piano, va morendo.

Sul piano politico: debolissima, praticamente inesistente, l’azione dell’amministrazione-Ancona. Oggi il sindaco ha scritto a Poste italiane. Buoi scappati, si chiude il cancello. Comunque, di seguito c’è la lettera di Franco Ancona al direttore regionale di Poste italiane:

Egregio Direttore,

 

è con vivo rammarico che apprendo la vostra decisione di chiudere lo sportello del Centro Storico già da lunedì p.v., come si evince dai cartelli affissi presso l’Ufficio di via Garibaldi.

 

Sono rimasti, così, inascoltati i numerosi appelli dei rappresentanti istituzionali e politici della città, supportati da una petizione popolare, che ponevano all’attenzione di Poste Italiane i riflessi sociali della decisione di chiusura su una popolazione prevalentemente anziana e sul servizio offerto ai turisti che visitano il borgo antico. A nulla è valsa la disponibilità acquisita dai proprietari dell’immobile a trovare un punto di accordo per assicurare la continuità del servizio. Né Poste Italiane ha sentito il dovere di venire incontro alla richiesta del Comune di Martina Franca come debito di riconoscenza per aver garantito, per tanti anni, il pagamento del fitto revocato solo dal Commissario Prefettizio nel marzo 2012 e di ulteriori fitti di altri Uffici Postali centrali e periferici.

 

Appare ancor più ingiustificata se si tiene conto che lo sportello sembrerebbe avere buoni margini di redditività. Questa vostra pervicace ostinazione alla chiusura contrasta, per contro, con la disponibilità da sempre assicurata dal Comune alle esigenze di logistica dei vostri uffici con permessi e varie autorizzazioni. La responsabilità sociale delle imprese annunciata spesso a parole dal vostro gruppo fallisce miseramente alla prova dei fatti di fronte sia alle istanze delle fasce più bisognose, che continuano ad abitare il Centro Storico della nostra città, che di fronte alle esigenze di tutela del nostro patrimonio storico.

 

Moltiplicheremo il nostro impegno in favore del Centro Storico e dei suoi abitanti che garantiscono il carattere identitario della città di cui tutti i martinesi sono orgogliosi.

Lettera tardiva e, a parte le pesanti accuse a Poste italiane, con un impegno teorico, di princìpi e promesse (e basta) per il centro storico. Poca roba insomma. Per ora la realtà consiste nella chiusura dell’ufficio postale. Una sconfitta nell’azione politica, che non ha precedenti per un sindaco. Franco Ancona, suo malgrado, sarà ricordato (fra l’altro, e speriamo che il resto sia positivo) come il sindaco della chiusura della posta nel centro storico.

E per la città, una lezioncina: un commissario straordinario del Comune aveva sostanzialmente dato il via libera al trasferimento. Tanto lui, il commissario, è calabrese. Della serie, meglio il peggior sindaco che il miglior commissario. La rappresentanza politica che ha determinato la situazione del commissariamento e, per alcuni, l’acquisizione attuale del governo cittadino, insomma, se l’è un po’cercata e adesso è stata incapace a venirne fuori. Però tale incapacità è pagata da tutti i cittadini.

Brutta giornata. Ma non inaspettata.

A. Q.

LONA


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