“In più occasioni il Sappe ha sollecitato la chiusura delle sezione femminile del carcere di Bari, nonchè quella in cui venivano allocati i detenuti semiliberi a Trani. Dopo tante battaglie e proteste a tutti i livelli , il nostro sindacato è riuscito a farle chiudere poiché inagibili ed irrispettosi dei diritti minimi, della dignità nonchè della privacy dei detenuti. Con lo scoppio della pandemia il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari, nonostante la Puglia fosse la più affollata della nazione con il 150% di presenze , ha costretto i Dirigenti delle carceri di Trani e Bari ad aprire quelle sezioni che il Ministero della Giustizia aveva dichiarato inagibili, poiché offrivano una situazione igienica sanitaria da terzo mondo, ove i detenuti giornalmente venivano offesi nella loro dignità di esseri umani. La cosa che faceva più male era che nel ventunesimo secolo, con garanti, associazioni, radicali ecc.ecc., detenuti uomini e donne erano costretti a fare i loro bisogni corporali senza alcuna privacy nella stessa stanza dove mangiavano, dormivano, e passavano tutta la maggior parte della loro giornata, peggio degli animali, oppure a lavarsi in locali fatiscenti. Purtroppo questa situazione non colpiva solo i ristretti ma anche i poliziotti penitenziari costretti a lavorare in ambienti fatiscenti, sporchi e freddi . Peraltro aprire quelle sezioni metteva più in difficoltà la gestione delle carceri poiché necessitava di ulteriori poliziotti che non c’erano a causa della carenza organica. Comunque considerata l’emergenza pandemica quelle sezioni hanno funzionato a pieno ritmo ospitando i detenuti positivi al covid, oppure nuovi giunti che dovevano essere isolati.” Questa è la dura descrizione del sindacato di polizia Sappe. “Attualmente l’emergenza non ci sarebbe più” ma, secondo il sindacato le sezioni in questione non vengono chiuse ed anzi i penitenziari vengono ulteriormente affollati con “detenuti comuni a Trani, ed anche con problemi psichiatrici a Bari, nonostante i gravi disagi per detenuti e poliziotti.” Viene fortemente criticato dal Sappe il provveditore regionale del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che non ha risposto, almeno per ora, ad una istanza del sindacato sul tema, risalente ai giorni scorsi.