Di seguito un comunicato diffuso dalla galleria d’arte “La pietra” di Martina Franca:
Da domenica 18 ottobre e fino al 22 novembre presso la Galleria d’arte “la pietra”, in via Cirillo 1 di Martina Franca, a venti anni dalla scomparsa Pinuccio Ancona ricorda l’amico GIANNI BRUNI con una mostra di 11 opere che ripercorrono il suo impegno artistico dagli anni settanta agli anni novanta.
Ci piace ricordare la figura di Gianni Bruni con le parole del Critico e Storico Pierfranco Bruni:
“La fantasia dell’artista e la precisione dell’architetto il suo essere Mediterraneo. Con il suo carico di vita e di colore .Gianni Bruni parte da Taranto come un navigatore solitario alla ricerca di quella dimensione umana e spirituale. Alla ricerca di un cammino nuovo che finisce per l’approdare sulle sue tavole. Momenti di intensa emozione e realtà artistica Gianni Bruni, tarantino, caldo e imprevedibile lascia sotto il pennello una riflessione, un viaggio. E come un viaggiatore registra sul suo diario di bordo le scene, i momenti della sua Taranto. E del suo cammino. Per questo rimangono momenti indelebili…
Fermati per un attimo e consegnati alla Storia, alla Memoria. Taranto e la sua conchiglia, il Mar grande che taglia la città fino ad approdare nelle insenature nascoste, angoli prelibati di una civiltà in continua evoluzione, gli angoli la marina, il litorale,la vita…
Il viaggiatore BRUNI non ha perso l’affetto, il calore, per quella città tanto complessa e misteriosa. A tratti ne traccia i sogni. Come vorrebbe vederla, come la sogna. Come sogna la realtà.
Gianni BRUNI non tradisce la memoria. E la sua poetica è tutta racchiusa in quella continua ricerca, appassionata e logica allo stesso tempo, che gli fa avere un angolo di speranza. Così, finchè ci sarà il sole, il vento, la pioggia, la natura, continuerà ad esserci il calore della vita. (Pierfranco Bruni, Taranto Castello Aragonese 3/2/1997)
E del Critico d’Arte Pepè Spatari:
“Gianni Bruni artista poderoso. Il segno è per lui un fattore istintivo; ma una rigorosa formazione stilistica gli consente di realizzare le urgenze, convogliandole verso una comunicazione espressiva di tipo fantastico. Le chine, giocate su monocromie di rara efficacia, diventano scenari di sogni. Esse sono come il castello fatato, cui tendono i desideri di tutti i personaggi di quella favola eterna che è la vita. Sono personaggi che vogliono superare ristrettezze e privazioni per approdare alle atmosfere degli incantesimi. Le Carte Nautiche diventano, così, le guide che ci portano nel paese delle meraviglie, ove finalmente si sono dissolti i rumori di una convulsa quotidianità.” (PepèSpatari,Avvenire 23/5/1986)