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Galatina, “il paradosso della vittima: da aggredito a ‘protetto’ in comunità” Cnddu sul caso di un minore

prof. Romano Pesavento presidente CNDDU 2

Di seguito un comunicato diffuso da Romano Pesavento, presidente del coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione in merito alla vicenda verificatasi a Galatina, dove un minore, vittima di una violenta aggressione documentata e diffusa attraverso i social, è stato recentemente collocato in una comunità protetta per decisione del Tribunale Civile, su impulso dei servizi sociali.

Pur comprendendo le finalità assistenziali sottese al provvedimento, appare evidente il rischio di una lettura distorta del concetto di tutela. L’intervento istituzionale, anziché garantire un percorso riparativo nel contesto familiare e scolastico, sembra aver determinato un’ulteriore marginalizzazione della vittima, aggravando il trauma subito. La protezione, in ambito minorile, non può tradursi in allontanamento dalla quotidianità affettiva, soprattutto quando questa rappresenta un presidio fondamentale per il recupero psicologico.

La vicenda solleva interrogativi profondi sul funzionamento delle reti di protezione e sull’effettiva centralità della persona offesa nei procedimenti civili connessi a episodi di violenza tra pari. Colpisce, in particolare, l’asimmetria tra la posizione degli autori dell’aggressione – coinvolti in un percorso di responsabilizzazione all’interno del circuito penale – e quella della vittima, destinataria di un intervento che rischia di essere percepito come una forma di “segregazione terapeutica”.

In un contesto in cui i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dovrebbero essere al centro delle politiche pubbliche, simili decisioni impongono una riflessione critica sull’equilibrio tra protezione, riabilitazione e giustizia. L’obiettivo primario delle istituzioni educative e giudiziarie dovrebbe essere quello di ricostruire un ambiente sicuro e inclusivo attorno alla vittima, valorizzando il ruolo della scuola, della famiglia e della comunità come spazi rigenerativi e non di esclusione.

Il CNDDU auspica che il caso venga riesaminato con maggiore attenzione ai principi di proporzionalità, equità e rispetto della dignità del minore coinvolto, ribadendo con fermezza che la tutela dei diritti umani non può mai prescindere dal contesto affettivo, educativo e sociale della persona.

(nella foto: Romano Pesavento)


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