Il flusso di gas russo verso l’Europa è calato con l’annuncio dello stato di Paese candidato Ue dell’Ucraina. Fra i Paesi con i tagli più significativi l’Italia: meno cinquanta per cento. Per ora il sistema regge, grazie alle forniture da altre zone del mondo. Però il sistema, che è attualmente in stato di preallarme, potrebbe passare allo stato di allarme la prossima settimana quando il ministero della Transizione ecologica compirà la prossima settimana una valutazione della situazione. In tale nuova evenienza potrebbe essere chiesto alle grandi industrie di ridurre volontariamente i consumi. La situazione di pericolo per il sistema nel suo complesso arriverebbe qualora si passasse al terzo livello dei tre previsti: l’emergenza. In quel caso sarebbero necessari provvedimenti per tutti. Al momento non è questa la prospettiva anche se i prezzi della materia, ancora più delle necessità di stoccaggio in vista dell’inverno (che sono un problema: ne manca circa metà) diventano preoccupanti: aumenti anche del 70 per cento nei mercati internazionali. Cosa che si rifletterà sulle bollette, come se non fossero bastati i clamorosi aumenti dei trimestri scorsi.
Conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina. Il russo Putin, al forum economico di San Pietroburgo, attacca l’Occidente accusato di avere minato l’ordine mondiale. Sul campo le forniture di armamenti agli invasori fanno conquistare terreno, soprattutto nel Donbass.