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Solidarietà a Sigfrido Ranucci Fatta esplodere la sua auto, danni anche a quella della figlia

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A tarda sera l’automobile di Sigfrido Ranucci è stata fatta esplodere. L’attentato è accaduto davanti a casa del giornalista, a Pomezia. Secondo lo stesso autore è conduttore di Report, adoperato almeno un chilo di esplosivo per l’attentato. La figlia di Sigfrido Ranucci era tornata a casa da circa nezz’ora: danneggiata dallo scoppio della bomba anche la sua auto.

Solidarietà a Sigfrido Ranucci espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la “viva condanna” per il grave attentato. Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e pressoché tutti gli esponenti istituzionali hanno espresso solidarietà, espressa pure dai vertici Rai e dai due sindacati Usigrai (presidio di solidarietà dalle 16 a via Teulada) e Unirai. Bene la (doverosa) massima tutela a Sigfrido Ranucci annunciata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’attentato di ieri sera

Solidarietà da parte nostra ad un giornalista esemplare.

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Di seguito la dichiarazione di Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti:

La bomba fatta esplodere sotto la casa di Sigrido Ranucci rappresenta un inquietante salto di qualità degli attacchi contro il giornalismo d’inchiesta e la libertà di informazione.
A lui, alla sua famiglia, alla redazione di Report va tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
Siamo certi che saranno rafforzate le misure di protezione: c’è una parte delle istituzioni che protegge il giornalismo, mentre un’altra fomenta irresponsabilmente l’odio.
C’è un attacco concentrico all’autonomia dei giornalisti e il ritorno delle bombe ci riporta ad anni bui della storia italiana.
Dopo gli insulti, le accuse di faziosità, le campagne di diffamazione, le aggressioni in piazza, adesso si alza il tiro: come ai tempi di Cosa Nostra, cone ai tempi delle Brigate Rosse. Chi non china la testa viene colpito.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine intraprenderà ogni azione per denunciare minacce, violenze e intimidazioni e per contrastare questo clima di caccia al giornalismo che rischia di riportarci agli anni più bui della Repubblica.

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Di seguito un comunicato diffuso dall’associazione lombarda giornalisti:

Aizzare continuamente l’odio nei confronti dei giornalisti che raccontano fatti e vicende scomode scoperchiando situazioni che interessano la politica, le istituzioni, l’economia, i poteri forti porta a un unico risultato:

mettere al centro del mirino i giornalisti che fanno solo il loro mestiere.

L’attentato di ieri sera a Sigfrido Ranucci ne è la testimonianza concreta.

Al collega della Rai l’Associazione Lombarda dei Giornalisti esprime non solo la solidarietà doverosa in tutti i casi di minacce, ma la vicinanza reale di tutta la famiglia giornalistica lombarda.

“In casi come questi, le uniche parole da utilizzare sono quelle di ferma condanna” afferma il presidente dell’Alg, Paolo Perucchini.

L’Associazione Lombarda dei Giornalisti chiede alle istituzioni e alla politica di cominciare a valorizzare il ruolo dell’informazione smettendo di attaccare a testa bassa testate, redazioni e singoli colleghi quando scrivono e riportano di fatti che li coinvolgono. La democrazia del Paese passa solo da un’informazione libera e che opera in sicurezza.

Agli inquirenti l’ALG chiede che si faccia luce al più presto su quanto accaduto a Sigfrido Ranucci per assicurare alla giustizia i responsabili.

Intanto, la Federazione europea dei giornalisti (Efj) ha pubblicato un alert sulla piattaforma del Consiglio europeo e la presidente della Efj, Maja Sever, ha dichiarato: “Preoccupazione è un termine troppo blando per descrivere ciò che provo. Non si tratta solo di un grave attacco alla libertà dei media e alla sicurezza dei giornalisti, ma anche di un attacco alla famiglia di uno dei giornalisti più coraggiosi e rispettati d’Italia”.

 

 

 

 


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