Quello che si è registrato a Casamassima in provincia di Bari lo scorso 5 marzo è soltanto l’ultimo episodio di una lunga serie di reati legati allo spaccio, in particolare cannabis. I carabinieri dopo un sopralluogo nei pressi della sua abitazione hanno tratto in arresto un uomo di 27 anni residente a Casamassima con il capo di accusa di detenzione di sostanze ai fini di spaccio.
Nella cantina della abitazione del 27enne è stata rinvenuta una vera e propria serra per coltivare la cannabis. Si parla di 10 piantine di diverse dimensioni oltre che di tutta la strumentazione necessaria per la germinazione. Tutta la merce è stata sequestrata e il giovane posto agli arresti domiciliari.
Si tratta come detto soltanto dell’ultimo caso in ordine di tempo; gli episodi di criminalità legati allo spaccio di droghe leggere sono in aumento non sono in Puglia, ma in generale in tutta Italia. Così come è in forte crescita il numero di persone che, in modo illegale, coltivano in autonomia cannabis dentro la propria abitazione.
Anche per tentare di frenare questa deriva di illegalità, nelle ultime ore si sta parlando a livello nazionale di una legge per regolamentare l’utilizzo della cannabis; una legalizzazione della marijuana sulla falsa riga di quanto avviene in diverse realtà estere. In Parlamento si sta dando vita a un intergruppo con la funzione di emanare una normativa proprio su questa materia. A guidare la proposta, il senatore e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. Prossimamente se ne saprà di più.
Liberalizzare le droghe leggere come la cannabis è una proposta che da tempo viene presa in considerazione; negli ultimi anni l’Italia ha compiuto progressi notevoli arrivando a consentire la coltivazione della marijuana per uso medico anche se soltanto lo Stato è abilitato a farlo.
Una liberalizzazione più completa, in grado di favorire e rendere più agevole l’accesso alla sostanza, soprattutto da parte di chi la utilizza per finalità terapeutiche, e magari in futuro in grado di garantire a chiunque, dietro precisi requisiti, di utilizzare i semi di canapa per coltivarsi in autonomia la cannabis in base a quelle che sono le proprie esigenze. Sarebbe un approccio rivoluzionario che andrebbe a ribaltare l’attuale legge italiana.
Tra l’altro la Puglia è da sempre una regione molto aperta a questa tematica ed è spesso presa come riferimento quando si parla di cannabis e liberalizzazione; la normativa in materia di uso terapeutico è datata 2011, seconda regione dopo la Toscana a consentire l’accesso ai farmaci a base di cannabis.
Nel settembre 2014 si è compiuto un altro passo andando a prevedere, nel territorio pugliese, la possibilità di coltivazione della cannabis terapeutica e alla produzione dei farmaci a base di cannabinoidi. Il tutto sempre all’interno di un progetto sperimentale.
Da non dimenticare infine che sempre nella regione pugliese e precisamente a Racale in provincia di Lecce sorge quello che è stato il primo cannabis social club di Italia; si tratta della associazione LapianTiamo, una no profit nata con l’intento di facilitare l’uso terapeutico della canapa medicinale.
Quando si parla di questo argomento quindi, la Puglia è da considerarsi a tutti gi effetti un esempio da seguire per tutto quanto è stato fatto fino ad oggi; chissà che anche i cambiamenti futuri che si stanno studiando non prendano il via proprio da queste parti.
(foto fonte usomedico.it)