Di seguito il comunicato:
“L‘impossibilità di programmare in modo certo gli investimenti mette a rischio i singoli progetti elaborati dalle imprese, ma soprattutto può pregiudicare l‘intera efficacia del Piano strategico della Zona economica speciale unica”.
A dirlo è Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, commentando insieme alle presidenti della Delegazione Sicilia Iole Pavone, della Delegazione Sardegna Lucina Cellino, della Delegazione Campania Carla Librera e della Delegazione Puglia Carolina Lusi. La determinazione della percentuale effettivamente fruibile del credito d’imposta Zes Unica, lo strumento previsto dalla manovra finanziaria per sostenere gli investimenti nelle Zone economiche speciali del Mezzogiorno.
“Il credito d’imposta Zes Unica nasce all’interno di una visione ampia di sviluppo, delineata in un piano strategico nazionale che attribuisce al Mezzogiorno un ruolo centrale nelle catene globali del valore e nella competitività del Paese e dell’intera Unione europea – sottolinea Giachetti –. Parliamo quindi di una misura che non produce benefici solo sui territori interessati ma contribuisce a rafforzare la competitività dell’Italia nel suo complesso e, di riflesso, quella europea”.
“È vero che la norma prevede un limite massimo di spesa per lo Stato e che il meccanismo di riparto era noto – osserva la presidente di Aidda – ma la definizione della percentuale effettivamente spettante ha messo in difficoltà una grande parte delle imprese che avevano costruito piani di sviluppo confidando in un livello di agevolazione più elevato”.
“Oggi solo le aziende più solide dal punto di vista patrimoniale riescono a reggere l’impatto della riduzione del beneficio fiscale – continua Giachetti – mentre molte altre rischiano di non riuscire a portare a termine investimenti già programmati, con effetti sull’occupazione, sulla filiera produttiva e sulla crescita dei territori”.
“Per questo chiediamo che venga attivata pienamente la possibilità già prevista dalla normativa, ovvero l’utilizzo delle risorse dei programmi della politica di coesione europea, attraverso il coinvolgimento del Ministero del Made in Italy e delle Regioni della Zes del Mezzogiorno, per integrare e compensare la riduzione della percentuale del credito d’imposta – concludono Giachetti e le presidenti delle Delegazioni del Mezzogiorno–. Allo stesso tempo raccomandiamo che, per il futuro, strumenti strategici di questa portata prevedano non solo un tetto massimo di spesa per lo Stato, ma anche una soglia minima garantita di agevolazione: solo così le imprese possono programmare con responsabilità, sapendo su quale base certa costruire i propri investimenti”.






