Di Nino Sangerardi:
Si chiamano, in perfetto linguaggio burocratico dell’Italia neofeudale, “Organismi collegiali operanti a livello tecnico amministrativo e consuntivo”. Trattasi di comitati, commissioni, nuclei, consigli, consulte e affini in capo alla Regione Puglia. Alla fine di ogni anno, come stabilito dalla Legge regionale 19/13, bisogna fare la ricognizione degli “organismi pugliesi” indispensabili e di quelli non necessari.
L’istruttoria è stata fatta dai Dipartimenti seguenti: personale e risorse finanziarie e organizzazione, mobilità e qualità urbana e paesaggio e opere pubbliche, agricoltura e sviluppo rurale e tutela ambiente, sviluppo economico e innovazione e istruzione e formazione lavoro, turismo e economia della cultura e valorizzazione del territorio.
Dalla cernita restano fuori gli apparati burocratici per i quali non è pervenuta valutazione da parte di Assessorati e dipartimenti, nonché quelli istituiti in base a Leggi nazionali o riconducibili alle agenzie e società controllate dalla Regione.
Tirando le somme, per l’anno 2015, risultano indispensabili 58 enti. Non essenziale, e quindi da sopprimere, un solo istituto: “CRIPAL-Sviluppo economico”, scritto così nell’incarto che è stato possibile visionare.
Sfogliando la lista degli intoccabili ci si imbatte, per esempio, nel Comitato di vigilanza ex Convenzione approvata con DGR 1404/2014 e Nucleo di indirizzo e sorveglianza dell’osservatorio sul turismo, nella Commissione pari opportunità uomo donna lavoro e Consulta femminile.
Si è al cospetto dell’Osservatorio rifiuti e di un “CTS rifiuti”, del Gruppo di lavoro POL UE del Gabinetto della Giunta regionale, del Consiglio generale dei pugliesi nel mondo.
Emergono la Consulta regionale di supporto al commissario straordinario unico dei Consorzi di bonifica, la Commissione acquisto stalloni e la Commissione tecnica di salvaguardia dell’asino di Martina Franca, l’Osservatorio regionale per la ricognizione funzioni amministrative provinciali e di cabina di regia per il decentramento, la Consulta pugliese degli ecomusei.
Dulcis in fundo si rilevano il Comitato C.U.G., il Consiglio del Personale, la Commissione di valutazione dei beni immobili regionali, la Cabina di regia e di studio sugli effetti del federalismo fiscale, e il non molto intellegibile Comitato tecnico consultivo e indirizzo Steering Commitee.
Quante persone animano, con relativi costi logistici e di emolumenti, commissioni e consulte e consigli e comitati e cabine di regia? Non poche.
Si oscilla,mediamente, dai dieci membri della Consulta pro commissario consorzi di bonifica ai quarantotto della Consulta degli ecomusei.