Di Francesco Santoro:
La tecnologia a servizio dei pazienti. L’utilizzo di Skype, Google Meet e Whatsapp e un’alleanza tra operatori, bambini e genitori per garantire terapie efficaci rispettando le regole di distanziamento sociale nei 16 centri neuropsichiatrici per bambini e adolescenti dell’Asl di Bari.
«I limiti e le restrizioni dell’emergenza Coronavirus, durante il lockdown, hanno fermato le visite ambulatoriali ma non l’attività della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, che ha in cura pazienti tra i 2 e i 18 anni, affetti da diverse patologie: disabilità intellettive, autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi del linguaggio e del comportamento, patologie neurologiche neuromotorie, disarmonie evolutive, esordi precoci e disturbi di varia natura psichiatrica- comunica l’Azienda sanitaria locale barese-. Un “mondo complesso” che ad inizio marzo ha rischiato di essere interrotto bruscamente».
Gli operatori hanno utilizzato le principali piattaforme per continuare a seguire i pazienti nonostante il Covid, «riuscendo in tre mesi – spiega il direttore della Npia, Vito Lozito – ad assicurare migliaia di prestazioni in remoto, tra visite, consulenze, terapie, colloqui. Un lavoro intenso che ha impegnato tutte le nostre aree e i centri di Npia sparsi sul territorio, in grado di garantire le terapie classiche dove non si poteva fare diversamente, ma anche d’innovare laddove c’erano possibilità tecnologiche per evitare d’interrompere percorsi già iniziati e, soprattutto, per non perdere il contatto umano con i pazienti».
Questa esperienza è stata e raccontata in un video dai protagonisti nel rispetto della privacy dei piccoli pazienti. «Da una parte i circa 100 fisioterapisti, logopedisti, educatori professionali, neuropsicomotricisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, psicologi ed assistenti sociali impegnati nell’attività di tele-riabilitazione e, dall’altra, le centinaia di mamme e papà che, con la loro insostituibile e paziente collaborazione, hanno permesso che un progetto del genere potesse essere realizzato, testimoniandone sia i buoni risultati sia la forza inclusiva (“non siamo mai stati abbandonati…”)- fa sapere l’Asl-. In mezzo, gli oltre 1400 bambini e ragazzi che hanno potuto continuare ad essere seguiti, assistiti e curati almeno una volta alla settimana e nonostante la pandemia. A casa e in famiglia e, tuttavia, insieme ai medici specialisti e ai terapisti di sempre, con i quali ora stanno tornando a vedersi “dal vivo” in ambulatorio, grazie alla graduale ripresa delle attività, sebbene con la massima cautela e le dovute precauzioni: pre-triage, prenotazione obbligatorie, distanziamento e impiego dei dpi. Usando, dopo gli spazi virtuali, anche tutti quelli fisici possibili nei 16 centri territoriali e nel Dipartimento di Npia di Bari. Anche all’aperto e col sottofondo musicale della videofiaba “Superkids – La Corona”, un inno alla vita e alla creatività nato dalle parole e dai disegni dei piccoli pazienti: anche questo un frutto, positivo e inatteso, della riabilitazione a distanza al tempo della pandemia».