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Il boss della sacra corona unita, detenuto in regime di 41 bis, diventa papà Armando Libergolis è in carcere a Viterbo. Procreazione assistita

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Arriva la cicogna. Grazie alla procreazione assistita si risolvono anche i casi più impensabili, di diventare genitori. Armando Libergolis, boss della sacra corona unita che è detenuto nel carcere di Viterbo in regime di 41 bis (ovvero, tutte le limitazioni sono aggravate per i mafiosi) è diventato papà. Come sia possibile la paternità, per uno che è in carcere in quelle condizioni e da ben più di nove mesi, una bella domandona. Se non fosse che grazie al suo legale, dimostrata l’infertilità della moglie, è stata possibile la tecnica della procreazione assistita. La vicenda è raccontata dal quotidiano Il Tempo, nell’edizione odierna.

In pratica, avvalendosi di una sentenza di Cassazione che riconosce anche ai detenuti la possibilità di procreazione assistita, è stata concessa a Libergolis l’opportunità di far varcare a una provetta le barriere del carcere viterbese. E adesso Libergolis è diventato papà e sua moglie, Maria Riccardo, è la mamma del piccolo. La sentenza della corte suprema è destinata a fare giurisprudenza, è n ulteriore tassello verso la composizione di un mosaico complicatissimo, quello del riconoscimento della procreazione assistita.

Armando Libergolis vedrà suo figlio quando il bambino sarà adulto o quasi: il capo del clan dei montanari, organizzazione malavitosa del foggiano sodale della sacra corona unita, deve scontare 27 anni di carcere in regime di 41 bis. Recluso per la prima volta nel 1998 e poi a varie riprese negli anni successivi, è ritenuto responsabile di omicidi commessi sin dal 1978.




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