Il 2018 potrebbe essere un anno critico per i conti deposito. La notizia arriva direttamente dalla Banca Centrale Europea, secondo cui presto potrebbe non servire più lo schema di protezione dei conti bancari. Secondo il quadro attuale, però, questa misura tutela soprattutto i clienti meno abbienti, che avevano sicurezze maggiori in caso di bancarotta o di crisi dell’istituto bancario di riferimento e rischi inferiori di perdite ingenti. Con la nuova proposta, tutto potrebbe cambiare, ed è per questo che la Bce suggerisce a tutti coloro che possiedono conti deposito di cercare nuove strade per depositare o per generare profitto dai risparmi generati mese dopo mese. La diversificazione degli investimenti è una delle opzioni più consistenti, puntando anche su mercati solidi come quello dell’oro.
Questo mosaico abbastanza preoccupante si evince dalla pubblicazione “On revisions to the Union crisis management framework”: considerato che i tempi bui della crisi economica sembrano sorpassati e che le speranze di ripresa quotidianamente si fanno più corpose, l’istituto di Francoforte che regola i fondi di tutta Europa ha proposto di “mandare in pensione” i cosiddetti “covered deposits”, ossia di quei conti deposito che raccolgono cifre inferiori a centomila euro e che tengono gli acquirenti al riparo da eventuali criticità legate all’istituto bancario di riferimento. Questi strumenti che fino a qualche mese fa avevano fatto la fortuna degli investitori, anche grazie a conti deposito con rendimenti annui assicurati da alcuni vincoli sul prelievo delle somme, rischiano ora di creare più di un grattacapo ai risparmiatori, che sono alla ricerca di altre strade per mantenere, consolidare o far fruttare i propri fondi.
La prospettiva dell’eliminazione del limite di 100mila euro, che consentiva al cliente di prelevare l’intera somma nel caso in cui l’istituto sia sottoposto al “bail-in” – ossia l’ormai tristemente famoso piano di salvataggio delle banche in crisi – potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra banche e risparmiatori, con questi ultimi che potrebbero prelevare solo somme molto limitate su base giornaliera a fronte, però, di una comunicazione più chiara in merito alle tempistiche e alle modalità di accesso ai depositi maturati.
I rischi lato consumatore potrebbero essere molteplici, soprattutto se l’istituto non è tra quei colossi per cui è impensabile che si verifichi un crac: per evitare una crisi generalizzata dei rapporti con le banche, ai consumatori potrebbe essere riservato un periodo di transizione durante il quale sarebbe possibile prelevare somme maggiori rispetto al limite stabilito a fronte di una richiesta da compilare con cinque giorni d’anticipo. La conseguenza più grave resta quella di una vera e propria corsa agli sportelli: non essendo più garantita la sicurezza dei conti, in tanti potrebbero decidere di estinguere i conti in tempi brevi, in particolar modo i risparmiatori che appartengono a quelle nazioni i cui conti non sono così in salute. In questo caso, la Bce suggerisce di ridurre al minimo l’esposizione al rischio, diversificando l’investimento e non rivolgendosi più solo agli istituti bancari, ma affidandosi a consulenti o a mercati molto affidabili come quello dell’oro fisico. Un dato è però certo: qualora dovesse entrare in vigore questa nuova riforma, i piccoli risparmiatori saranno più portati a diventare investitori e necessiteranno di una maggiore formazione e di una cultura finanziaria più strutturata.