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Taranto, condannato per abusi sulla 12enne fidanzata del figlio: docenti, “contrasto alla cultura della prevaricazione sessuale” Cnddu

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Di seguito un comunicato diffuso dal coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:

Il CNDDU condanna con fermezza l’atroce abuso su minore avvenuto a Taranto: serve un’educazione sistemica ai diritti umani e all’affettività sin dalla scuola primaria

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda indignazione e sdegno per l’episodio di inaudita gravità riportato dagli organi di stampa, riguardante un 47enne farmacista tarantino, condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata su una minore di soli 12 anni, amica e fidanzatina del figlio.

Un atto che non può e non deve essere ridotto a semplice “fatto di cronaca nera”: si tratta di un crimine efferato che interroga la coscienza collettiva e chiama in causa le istituzioni educative, sociali e giudiziarie rispetto alle strategie di prevenzione, riconoscimento precoce e contrasto alla cultura della prevaricazione sessuale e della manipolazione affettiva.

Il caso evidenzia, in modo brutale, come esistano ancora ampi spazi di vulnerabilità nei confronti dei minori, spesso esposti a dinamiche di abuso da parte di figure adulte insospettabili, che sfruttano il potere affettivo, economico o relazionale per violare l’integrità fisica e psicologica dei bambini.

Secondo l’OMS e l’UNICEF, l’abuso sessuale su minori è una piaga globale che colpisce milioni di bambini ogni anno, con effetti devastanti sulla salute mentale, sull’autostima e sullo sviluppo socio-relazionale delle vittime. La precoce esposizione a comportamenti sessualizzati, come nel caso di Taranto, provoca danni psicologici irreversibili, in particolare se accompagnati da meccanismi di colpevolizzazione e silenziamento.

Il CNDDU ribadisce con forza la necessità, sempre più urgente, di inserire in maniera sistematica e trasversale nei curricula scolastici, a partire dalla scuola primaria, un’educazione scientifica e laica ai diritti umani, all’affettività e al rispetto del corpo e del consenso. Solo attraverso la formazione dei giovani cittadini e delle cittadine, e la sensibilizzazione degli adulti – inclusi docenti, genitori e operatori – si potrà costruire un argine efficace contro la violenza di genere e contro ogni forma di abuso minorile.

Alla luce di questa drammatica vicenda, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene imprescindibile avviare un ripensamento profondo delle politiche educative e dei sistemi di protezione dell’infanzia. È fondamentale costruire un tessuto scolastico e sociale capace di prevenire efficacemente gli abusi, intercettando tempestivamente segnali di disagio nei minori e promuovendo una cultura del rispetto e della consapevolezza.

In questa direzione, riteniamo prioritario istituire sportelli psicologici permanenti all’interno degli istituti scolastici, accessibili, riconoscibili e adeguatamente finanziati, con personale specializzato formato per accogliere e accompagnare i minori in situazioni di difficoltà. Lo psicologo scolastico deve diventare una figura di riferimento costante e non più un supporto occasionale.

Parallelamente, è necessario prevedere percorsi formativi obbligatori per il personale scolastico ed educativo, al fine di fornire strumenti concreti per riconoscere precocemente segnali di maltrattamento, violenza o abuso. I docenti devono essere messi in condizione di cogliere il disagio, comprendere le dinamiche del grooming e saper agire con tempestività e competenza.

Un altro aspetto essenziale è la creazione di una rete stabile e strutturata di collaborazione tra scuola, servizi sociali e autorità giudiziarie, così da rendere più fluido e immediato il percorso di segnalazione, tutela e presa in carico dei minori, vittime di violenza. L’intervento integrato e sinergico è la sola strada possibile per non lasciare sole le vittime.

Infine, riteniamo ormai non più rinviabile l’introduzione di programmi di educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole di ogni ordine e grado, con contenuti adeguati all’età, validati scientificamente e ispirati ai principi dei diritti umani. Parlare apertamente di rispetto del corpo, di consenso, di relazioni sane e paritarie significa fornire ai giovani strumenti di autodifesa psicologica e culturale.

La violenza sui minori non è solo una questione giuridica, ma una tragedia educativa e sociale. La scuola può e deve essere il primo presidio di prevenzione.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si impegna a promuovere in tutte le sedi opportune una cultura del rispetto, della consapevolezza e della dignità, affinché nessuna bambina o bambino debba più subire l’orrore che questa vicenda rappresenta.

 


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